Da qualche decennio la politica sta attraversando un periodo di profonda involuzione. La scomposta vicenda delle elezioni del Presidente della Repubblica ne è la plastica rappresentazione.
Per i greci l’agire politico era il massimo delle virtù pubbliche, una lezione della politica locale da anni abbandonata.
In luogo di confronto fra idee abbiamo contrapposizioni personalistiche avulse da ogni idealità. A prevalere è la rissa, l’espanzione mediatica, la cultura del fango e da ultimo la cosiddetta politica dell’annuncio.
Incominciò Berlusconi che promise di creare un milione di nuovi posti di lavoro, propositi irrealistici che non si concretizzarono.
Poi ci sono stati i 5stelle che ebbero l’improbita idea di annunciare da un balcone di Roma che con l’introduzione del reddito di cittadinanza sarebbe scomparsa anche la povertà. Evidentemente Di Maio e company non conoscevano i rapporti Censis sulla natura e sul disagio economico presente nel nostro paese.
Le promesse caivanesi
A questa sindrome non è sfuggito neanche il sindaco di Caivano, Falco, che annunciò (senza esporsi da qualche balcone) di aver risolto la ventennale vicenda della stabilizzazione degli LSU, era solo un annuncio. Attualmente gli LSU sono stati stabilizzati a metà e la strada per la completa stabilizzazione è ancora lontana.
Sempre il sindaco Falco, in consiglio comunale, annunciò che avrebbe ridotto il costo del servizio della nettezza urbana di almeno un milione di euro. Dopo due proroghe alla ditta Green Line, il costo, in attesa delle nuove bollette, dovrebbe essere invariato, mentre i cittadini attendono, ancora, il rimborso della 5a rata illegittimante versata nelle casse del comune.
Per non parlare dell’apertura del campo di calciotto al vecchio Faraone, lavori già iniziati, soldi già stanziati dai commissari, con la nuova amministrazione tutto è bloccato da oltre un anno.
Questo per fermarsi agli episodi più eclatanti.
Negli ultimi giorni alcuni consiglieri comunali, dell’attuale maggioranza di governo del paese, hanno annunciato che presto inizieranno i lavori di riqualificazione di diverse strade comunali. Hanno omesso di precisare che il finanziamento di 3 milioni 245 mila euro disposto dallo Stato nei confronti del comune di Caivano in quanto comune dissestato risale all’autunno 2020 e che ci sono voluti oltre 15 mesi per l’approvazione del progetto esecutivo per la riqualificazione di 19 strade.
Il progetto, infatti, è stato approvato in via definitiva solo il 2 febbraio di quest’anno. Dall’approvazione del progetto redatto dall’architetto Novembrone, a cui vanno spese tecniche per circa 25 mila euro, alla concreta apertura dei cantieri ci vorrà ancora del tempo.
Infatti occorre espletare la gara d’appalto.
Attualmente il comune non ha deliberato sull’individuazione della stazione unica appaltante, per cui nopn si sa quale soggetto procederà all’avvio della gara, tantomeno si conoscono le modalità di come sarà espletata la gara: massimo ribasso, offerta economicamente più vantaggiosa.
In attesa che si avvii il procedimento, i cittadini possono solo tentare di evitare le buche che in questi giorni saranno riempite da stabilizzante dalla ditta giunta da Itri che provvederà a sistemare le più pericolose utilizzando gli 80 mila euro messi a disposizione dal comune.
Convengo sulla necessità, evidenziata dall’articolo, di mettere in luce le pochezze dell’attuale compagine amministrativa. Purtroppo le cose vanno troppo male e sono piene zeppe di parole cui non seguono fatti. Una volta avevamo l’ufficio tecnico guidato da Sergio Camera e amministratori come Pasquale Roccatagliata, oggi nessuno sa chi guida il paese . A Camera dobbiamo il piano di insediamento edilizio della 167 che, anche se realizzato solo parzialmente, resta un gioiello che fa onore a quanti si attivarono durante l’amministrazione di Felice Capone, mai sufficientemente ricordato. Quanto a Pasquale Roccatagliata a lui si deve la progettazione e realizzazione della Circumvallazione Ovest che è ancora senza nome. A tale opera anche si deve l’insediamento ordinato di tanti cittadini nel tessuto urbano e attività che hanno soppiantato il Corso Umberto. Sarebbe un riconoscimento postumo dedicare a Roccatagliata tale importante arteria?
Una mia carissima amica mi ha fatto rilevare l’inopportunità della intitolazione della circumvallazione a suo principale realizzatore e io me ne dolgo. Spesso i giudizi morali non si attengono alle esigenze della politica e non tengono conto di dover tener conto della verità delle cose. Se Roccatagliata fosse o no un bravo amministratore non deve tener conto delle resistenze che la morale individuale frappone ad un corretto riconoscimento. Se così non fosse ci si dovrebbe mobilitare per cambiare il nome al Corso Umberto per il fatto che oggi siamo in piena repubblica e opporsi a qualsiasi decisione assunta in contrasto con la morale corrente. Io mi inchino di fronte alle obiezioni della mia amica integerrima e calvinista convinta ma continuo a ritenere giusto dire con i fatti come stanno le cose e santificare anche chi nel governo del paese non ha mai dato contributi significativi.