Sembra che la svolta stia arrivando, per l’Europa. Dall’osservazione dei dati e dal prospetto della curva epidemiologica, sembra che la pandemia stia per finire. Ciò accade non solo perché i nuovi positivi alla variante Omicron sembrano diminuire in undici regioni italiane, ma il motivo è perché con l’arrivo della primavera, i contagi tenderanno sempre di più a diminuire.
Fine dello stato d’emergenza, il 31 marzo 2022
La prospettiva sarà questa: l’Italia uscirà dallo stato d’emergenza il 31 marzo 2022. Le condizioni cambieranno dal 1 aprile, secondo il dottor Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico sarà il momento di avvicinarci alla normalità e ad una gestione ordinaria (e dunque non più emergenziale) dell’epidemia. Ad accreditare questa tesi, anche l’Oms (Oranizzazione Mondiale per la Sanità) dove il direttore Hans Kluge, ha affermato: “È plausibile che la regione Europa si stia avvicinando alla fine della pandemia”.
I primi passi verso la normalità
Secondo Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università del Salento: “Non ha una valenza né positiva né negativa, ma tecnica. Certo, nessuno è contento per la circolazione di un virus. Ma virus e batteri esistono da sempre, pensiamo di chiuderci per tutta la vita in casa per evitare qualsiasi malattia? Tra vaccini e infezione naturale, la stragrande maggioranza della gente è protetta contro Sars-Cov-2 e la variante Omicron è meno pericolosa di chi l’ha preceduta: due motivi in più per dormire sonni più tranquilli rispetto al recente passato.”
Dello stesso avviso anche il professor Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma. “È innegabile che i sintomi con Omicron, specialmente per chi ha ricevuto la terza dose, siano meno gravi, ci stiamo avviando all’endemizzazione”, afferma al Messaggero. Lo strumento di cui non potremo fare a meno, però, saranno certamente le mascherine, sicuramente non a stretto giro.
Perché la pandemia non è finita
Se è vero che siamo nella fase calante della pandemia, non possiamo sentirci esclusi da ogni responsabilità. Come abbiamo visto, il Coronavirus è in grado di produrre varianti in quantità. Da Alfa a Deltacron, ne sono già state sequenziate almeno una decina e dopo Omicron la preoccupazione di Ciccozzi è che ce ne possano essere altre “che causino una malattia più grave. Con queste premesse, dobbiamo prepararci ad una gestione nei confini della normalità della nostra convivenza con il coronavirus.