Anche sul portale dell’associazione di volontariato Plastic Free, nata con l’obiettivo di aumentare la percezione nelle persone sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, in particolare quella monouso, c’è il post della fine dei prodotti in plastica.
Dal 14 gennaio, infatti, possiamo dire addio ai prodotti in plastica monouso non biodegradabile e non compostabile, e agli attrezzi da pesca contenenti plastica.
Lo stabilisce il decreto legislativo 196/21 pubblicato in Gazzetta Ufficiale che attua la direttiva europea “SUP” (Single use plastic). Saranno consentiti oggetti in plastica monouso realizzati “in polimeri naturali non modificati chimicamente” mentre le scorte potranno essere vendute fino all’esaurimento.
Divieto per tutte le plastiche e le bioplastiche monouso
Un divieto che il Parlamento e l’Unione Europea hanno esteso non solo ai prodotti realizzati con i polimeri di sintesi, provenienti dal petrolio, ma anche le bioplastiche compostabili. Insieme a piatti e bicchieri in carta o cartone impermeabilizzati con film plastico. La definizione di plastica riportata all’art. 3 comma 1 della direttiva 904/2019, infatti, esclude i soli «polimeri naturali che non sono stati modificati chimicamente». Mentre le principali bioplastiche derivano da polimeri naturali modificati chimicamente realizzati a partire dagli zuccheri presenti nel mais, barbabietola, canna da zucchero. E sono pertanto inclusi nel perimetro di applicazione della direttiva.