Il gioco delle tre carte è un gioco di strada noto fin dall’antichità e praticato soprattutto durante mercati e fiere.
In epoca più recente il gioco delle tre carte è appannaggio di gruppi di truffatori che attrezzano un banchetto nei pressi di una stazione o in importanti assi viari.
Chiunque abbia frequentato Napoli, se li ricorda perfettamente.
Un gran vociare, gesticolazione spinta e un manipolo di persone raccolte attorno al banchetto. Il gioco è semplice e ammiccante, vince chi trova la posizione della carta rossa, tra le tre carte. Gli attori dell’imbroglio sono: il mazziere che mischia le carte, i compari che fingono di giocare, che hanno il compito di attirare gente e uno sprovveduto allocco e l’ignaro passante.
A quetsa truffa vince sempre il banco e a perdere sempre lo sfortunato passante.
Una tecnica consumata e collaudata nel corso del tempo, ormai caduta in disuso, anche se c’è sempre qualche tardo epigono.
Le tre carte in politica
Sicuramente l’attuale sindaco di Caivano, Enzo Falco, conosce il gioco delle tre carte e le astuzie connesse. Fin dall’inizio dell’attuale consiliatura non ha fatto che mischiare le carte; questa vince, questa perde. Ad ognuno ha fatto credere di avere la carta vincente, ma quando si sono accorti di avere in mano una scartina… oplà, il grande numero dell’illusionista con un’altra mano e carte nuove e la nuova possibilità di pescare la carta giusta.
Potrebbe essere questa la sintesi dell’estenuante crisi amministrativa che attanaglia il comune di Caivano.
Un gioco di specchi ed illusioni, quello che appare non è.
Il sindaco Falco ha fatto e detto tutto e il contrario di tutto. Un perenne equilibrio su una corda tesa. Lui stesso non amministra, non governa, ma irretisce, balordisce, seduce.
Fa il gioco delle tre carte (puramente politico), quello che dice la sera non vale la mattina, il gioco potrebbe durare all’infinito, a meno che qualcuno con coraggio e con attributi non rovescia il banchetto e smaschera il mazziere (quello che da le carte) per quello che è veramente: un triste imbonitore in attesa che qualcuno, stizzito, perda la pazienza e abbi il coraggio di rovesciare il tavolo del sindaco.
Nel frattempo si attende il consiglio comunale di domani mattina, con diversi dubbi… mentre prosegue il tam tam delle carte: quella vince, quella perde.
Ormai questa giunta, alla ricerca della credibilità perduta, fa solo danni. L’ultima trovata a scapito del ceto medio e le persone per bene è quella di utilizzare i fondi messi a disposizione dal governo per calmierare gli importi della Tari. Infatti sono troppo alti, data l’incapacità di organizzare un sevizio decente. il Comune però, rinunciando a fare chiarezza sulle criticità del sistema, ha deciso di favorire i cosiddetti poveri. spesso evasori o sedicenti nullatenenti. E’ serio e rinunciare a fare un serio censimento di chi evade il tributo e non tentare di migliorare il sevizio e renderlo meno oneroso per i pochi che pagano? A quando a casa una giunta molesta che non sa fare altro che rincorrere incarichi e prebende?
semplicemente affamati