Un provvedimento atteso da molti decenni, finalmente è diventato realtà.
L’attuale Ministro alla Giustizia, Marta Cartabia è riuscita a far approvare, dai due rami del parlamento, una prima trance di un’articolata riforma del processo penale.
Per la prima volta nella nostra legislazione vengono introdotte una serie di misure in grado di influenzare aspetti cruciali della comunicazione su vicende penali e non solo.
In primo luogo non sarà più possibile per le autorità pubbliche (magistrati, forze dell’ordine, e altri funzionari pubblici) di presentare come colpevole la persona sottoposta a indagini o imputata in un procedimento ancora in corso.
Inoltre, le procure nei loro rapporti con gli organi di informazione potranno convocare conferenze stampa, unicamente, quando le vicende da trattare rivestiranno particolare rilevanza pubblica.
La magistratura, inoltre, in presenza di provvedimenti contenenti la responsabilità penale di imputati, deve limitarsi alle sole indicazioni necessarie per identificare i procedimenti penali in corso, senza porre in essere atti indirizzati alla colpevolezza della persona sottoposta ad indagini o dell’imputato.
Le misura adottate dal ministro Cartabia sono orientate a mettere fine a quelle forme di spettacolarizzazione della giustizia e alle gogne mediatiche a cui spesso sono state sottoposte persone indagate o imputate.
Si tratta di un provvedimento che va nel senso di superare una stagione giustizialista e portare l’Italia nel solco indicato dall’Europa di garantire un processo giusto, svolto in un tempo ragionevole e soprattutto rafforzando la presunzione d’innocenza che rappresenta un pilastro della nostra costituzione.