Non c’è tregua per i cittadini della terra dei fuochi, che tra un rogo e l’altro appiccato nelle campagne tra Napoli e Caserta, sono ormai abituati a vedere interi opifici andati alle fiamme.
Dopo l’azienda di Caivano, lo Stir di Casalduni, l’azienda di prodotti casalinghi di Arzano, l’opificio di San Marco Evangelista, oggi è andata in fiamme, nella zona industriale tra Teverola e Carinaro, un’azienda che produce accessori per autoveicoli.
Incendi di cui ad oggi, spesso, non si conoscono le origini, ma che, tuttavia, continuano a rendere irrespirabile la nostra aria.
Tra lotta alla terra dei fuochi e ministero della transizione ecologica un dato è certo: in Campania si continua a bruciare di tutto e troppe aziende vanno in fiamma con una tendenza temporale che spaventa e fa paura.
L’incendio divampato oggi si è esteso a macchia su gran parte delle provincie di Napoli e Caserta creando grande spavento nei cittadini residenti.
Fortunatamente i Vigili del Fuoco sono riusciti a domare le fiamme, anche se con molte difficoltà: unici eroi in una terra che va letteralmente a fuoco.
Non solo controlli nei campi, telecamere e militari: nella terra dei fuochi serve monitorare tutte le aziende, verificarne gli impianti, ogni giorno e a tappeto.
L’imprenditoria locale non può continuare a danneggiare il nostro territorio più di quanto ha fatto negli ultimi decenni.
I cittadini sono stanchi e gridano vendetta!
I sindaci di Teverola e Carinaro, sui propri profili social hanno invitato le persone a permanere nelle proprie abitazioni e a non uscire per strada prestando massima attenzione ad un fenomeno ambientale, ossia quello di oggi, che potrebbe aggravare le nostre vite e la nostra salute.
<<Si invita la popolazione a rimanere in casa, chiudendo porte e finestre e a non accendere i condizionatori>> scrive così Nicola Affinito (Sindaco di Carinaro) e ancora aggiunge Tommaso Barbato (Sindaco di Teverola) << al momento sono ignote le cause dell’incendio, invito i cittadini a tenere chiuse porte e finestre e a utilizzare mascherine all’aperto>>.
Nessun interesse, nessun invito dai sindaci dei territori limitrofi come Caivano: forse nessuno ha capito che se brucia un comune arreca danno a tutti e solo lavorando insieme si potrà provare a controllare un territorio che ormai sprigiona solo morti e veleno.