L’azienda sarda Orefice Generators ha comunicato ai sindacati la decisione di chiudere lo stabilimento aperto nell’ottobre 2020 nell’area industriale di Pascarola a Caivano (Napoli) e di trasferire i 23 addetti ex Jabil al sito produttivo di Sestu (Cagliari)
Brusca frenata per il progetto di ricollocamento e reindustrializzazione degli ex lavoratori della multinazionale dell’elettronica Jabil, che ha lo stabilimento a Marcianise – nel Casertano – e che attraversa da oltre due anni una grave crisi produttiva che l’ha costretta a licenziare 220 dipendenti e a ricollocarli in altre realtà, pagando sostanziosi incentivi.
Situazione insostenibile
L’azienda che realizza generatori elettrici, e che oltre un anno fa aveva assunto dalla Jabil 23 lavoratori, prendendo dalla multinazionale americana fondi per quasi due milioni di euro (80mila euro ad addetto), ha infatti comunicato ai sindacati la decisione di chiudere lo stabilimento con la rabbia dei dipendenti che ha fatto infuriare i sindacati.
Le sigle dei metalmeccanici accusano oggi Orefice di aver violato gli accordi sottoscritti al Mise nonostante i fondi avuti da Jabil per assicurare il ricollocamento degli addetti della multinazionale e garantire soprattutto che la produzione restasse nel Casertano, o al massimo nell’area attigua, come quella napoletana di Pascarola.