Il DL Sostegni bis con tutte le sue novità e i suoi incentivi è stato convertito in Legge, ed è stato emanato il decreto per l’attuazione dello stralcio sui debiti iscritti al ruolo, previsto dal primo DL Sostegni.
Dunque la Pace Fiscale e il Decreto Sostegni bis entrano a pieno regime e con loro due innovazioni importanti, cioè la cancellazione dei tributi arretrati per alcuni contribuenti Italiani e l’esenzione completa dal pagamento dell’IMU 2021 per altri.
Pace Fiscale
Il primo provvedimento, che rientra nella cosiddetta Pace Fiscale, stabilisce che a partire dal 20 agosto ed entro il 31 ottobre entri in vigore il processo automatico di cancellazione delle cartelle esattoriali, ovvero il tanto conclamato “stralcio”, per effetto del quale anche i debiti iscritti a ruolo dal 2000 al 2010 e relativi al pagamento di tributi come IMU, Canone Rai e Bollo Auto, sono di fatto cancellati.
Esenzione IMU 2021
L’altro provvedimento riguarda invece l’esenzione dall’IMU 2021 e non dà solo diritto all’esenzione dal pagamento della seconda rata di dicembre, ma si avrà anche il rimborso per gli importi già versati relativi al primo acconto, che si paga entro il 16 giugno.
L’agevolazione però non sarà rivolta a tutti i cittadini ma solo a quanti, proprietari di immobili, hanno inquilini morosi per cui prima della pandemia sia stato emesso un provvedimento di sfratto.
Questo comporta che quanti abbiano arretrati di IMU non pagata e notificati con cartelle esattoriali emesse tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010, se l’importo massimo totale dei debiti al lordo non supera i 5.000 euro, non dovranno pagare queste pendenze.
Attenzione però perché rientrano nel provvedimento solo le cartelle i cui titolari abbiano un ISEE per il 2019 di massimo 30.000 euro. Nel caso a beneficiare dello stralcio dei debiti sia un soggetto differente da persona fisica allora i 30.000 euro di requisito andranno applicati al reddito imponibile relativo sempre al 2019.
Il provvedimento di cancellazione sarà automatico e seguirà un iter prestabilito con tappe e scadenze fissate.
Ieri, 20 agosto, è stata avviata la procedura di stralcio, data entro la quale gli agenti di riscossione saranno obbligati a consegnare all’Agenzia delle Entrate l’elenco dei codici fiscali dei titolari di cartelle esattoriali di importo inferiore a 5.000 euro.
Entro il 30 settembre sarà effettuata un’altra scrematura e gli agenti di riscossione dovranno comunicare all’Agenzia i codici fiscali da escludere, perché hanno avuto nel 2019 un ISEE troppo alto per beneficiare della Pace Fiscale. In ultimo, al massimo entro il 31 ottobre i debiti saranno formalmente cancellati, mentre entro il 30 novembre l’Agenzia darà notifica di questo agli enti di riscossione.
Draghi chiede l’IMU sulla prima casa, sarà vero?
Sembrerebbe di sì. Di recente si è spesso parlato di un possibile ritorno dell’IMU sulla prima casa e in effetti Draghi ben prima di guidare il paese ha sempre fatto pressioni in questo senso. Tuttavia il compito di tagliare l’Irpef, cioè le tasse, è stato affidato alla Riforma Fiscale, di cui il 30 giugno scorso abbiamo visto il documento conclusivo firmato dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato, e in questo documento non c’è alcuna traccia di un eventuale accenno all’IMU prima casa.
Questo dovrebbe farci pensare che nell’immediato futuro siamo al sicuro. Tuttavia ad esprimere parere favorevole riguardo la reintroduzione dell’IMU sulla prima casa non è solo Draghi, l’OCSE in occasione del meeting di Parigi ad aprile ha presentato un documento in cui si analizza la situazione finanziaria dell’Italia post-pandemia.
Il risultato dell’analisi rivela uno scenario disastroso e la necessità per le casse dello Stato di trovare al più presto liquidità per continuare ad erogare le forme di aiuto e sostegno. Secondo l’OCSE infatti uno dei problemi del fisco italiano è che dopo l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa non è mai stato in grado di recuperare i soldi persi da questa entrata.