Una “mazzetta” da ottomila euro per superare le prove per l’accesso nella Polizia Penitenziaria. L’indagine, condotta dal magistrato Mariella Di Mauro della Procura della Repubblica di Napoli, ha portato all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di cinque persone.
Come riposta il giornale avellinese, Irpinia Oggi, pare che il caso non sia l’unico e per questo l’indagine prosegue con una serie di azioni che potrebbero portare ulteriori sviluppi.
L’ipotesi di reato, per tutti gli indagati, è di corruzione. Pare che il giovane non fosse idoneo all’arruolamento perchè daltonico, ma con microspie ambientali venne registrata una conversazione il 5 maggio 2021 dove gli indagati parlavano apertamente di situazioni e soldi.
In carcere sono finiti Maurizio R. di Monteforte Irpino ed Enrico S. di Caivano, entrambi in servizio presso l’Ufficio sicurezza e traduzioni del provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, al tribunale di Napoli.
I due avrebbero intascato la mazzetta proprio presso la sede del sindacato da loro rappresentato, situata a Monteforte Irpino, dove sarebbe avvenuto il passaggio di mano degli ottomila euro necessari per favorire l’arruolamento di Gerardo B., di Mugnano del Cardinale, aspirante agente della Polizia Penitenziaria.
Un altro agente della Polizia Penitenziaria è finito invece agli arresti domiciliari, Nunzio B., anch’egli di Mugnano del Cardinale, ritenuto dagli investigatori di avere fatto da tramite tra il candidato e i pubblici ufficiali, come pure un provvedimento di arresto ai domiciliari ha raggiunto Marco P., commissario in servizio presso la direzione generale del DAP a Roma, e lo stesso candidato irpino.