Un tempo l’attività urbanistica dei comuni era definita dai piani regolatori generali. Uno strumento basato sostanzialmente sulla possibilità dei privati di edificare.
Al vecchio PRG (Piano Regolatore Generale) è poi subentrato il PUC (Piano urbanistico comunale) uno strumento più flessibile dove vengono definite le parti del territorio dichiarate vincolate e immodificabili, mentre il comune ha la facoltà di programmare la realizzazione di strutture e servizi per i cittadini in base alle proprie capacità di bilancio.
La legge regionale n. 16/2004 provvedeva il commissariamento dei comuni in caso di adempienza nell’approvazione. Un potere originariamente delegato a Provincia e Città Metropolitana che dal 2018 è rientrato nelle competenze regionali.
Nell’ultimo numero di Cogito, quello del 19 giugno 2021, c’è un interessante articolo sui comuni a Nord di Napoli e il PUC.
Molti comuni a Nord di Napoli risultano inadempienti e rischiano di essere commissariati. Il termine ultimo per l’adozione del PUC è stato fissato al 30 giugno 2021, mentre è fissato per il 31 dicembre 2021 la sua approvazione definitiva.
Ad oggi il comune di Caivano non ha ancora approvato il preliminare PUC e l’unico atto concernente la materia è la delibera consiliare n.14 del 18-02-2021 con la quale si dava mandato alla giunta comunale di verificare la fattibilità tecnico giuridica della prosecuzione dell’incarico al professore Pica Ciamarra che già nel 2005 ebbe l’incarico di redigere il nuovo strumento urbanistico regionale.
Dal febbraio di quest’anno ad oggi non risultano adottati dall’amministrazione Falco gli atti conseguenti alla delibera consiliare. L’unica possibilità di evitare il commissariamento è riposta in auspicabili proroghe della scadenza del termine indicato dalla regione, oppure sperare nella benevolenza dell’assessore regionale Discepolo.
Nel frattempo il sindaco Falco auspica che si promuova un convegno su questa tematica, mentre ciò avvenga l’attività edilizia nei comuni sprovvisti di PUC è fortemente limitata con le conseguenti ricadute negative sull’economia locale.
E così mentre la politica (si fa per dire) si trastulla in una crisi senza fine, Caivano resta senza lo strumento urbanistico redatto ed approvato con il contributo dei cittadini. la conseguenza è che ad oltre trenta anni dell’ultimo tentativo il paese subisce danni gravi derivanti dalla crisi edilizia e dell’assenza di servizi indispensabili. Forse sarebbe bene che i novelli Soloni della politica locale si dessero una mossa!