Covid-19: Il punto della situazione con il dottor Giuseppe Celiento

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Giuseppe Celiento, medico di famiglia e Coordinatore AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale Medici di Medicina Generale) di Caivano, insieme ad altri colleghi del territorio, monitora la condizione epidemiologica dei pazienti affetti da Covid-19, e ci illustra le condizioni attuali sull’andamento dell’epidemia.

Dottore, sulla base dei vostri dati relativi al territorio di Caivano, qual è l’andamento degli ultimi mesi?

“Osservando l’incidenza degli ultimi contagi, possiamo affermare che dopo un breve arresto nel periodo natalizio, c’è stato un incremento progressivo del numero dei pazienti positivi, che ha raggiunto il picco con la terza ondata nei mesi di febbraio e marzo 2021.

Oggi la situazione è solo leggermente migliorata, ma ciò non deve farci assolutamente abbassare la guardia. Tra l’altro, abbiamo notato che molti dei nuovi pazienti positivi, appartengono ad una fascia d’età più giovane con sintomi spesso anche importanti e gravi.”

A Caivano, sono stati mai segnalati dei pazienti positivi alla variante inglese?

“Noi medici di famiglia non abbiamo la possibilità di conoscere il tipo di variante che colpisce i pazienti che curiamo a domicilio. Solo per i pazienti che necessitano di cure intensive in regime di ricovero ospedaliero è possibile eseguire analisi più specifiche per comprendere il tipo di variante di Coronavirus.

Oggi però sappiamo che 9 casi su 10 dei nuovi soggetti colpiti sembrano affetti dalla variante inglese che rispetto a quella classica è caratterizzata da una maggiore contagiosità con conseguente più alta possibilità di diffusione del virus. È per questo che serve maggiore distanziamento sociale e più attenzione alle corrette norme igieniche”.

Se ci sono pazienti sempre più giovani che contraggono il Covid-19, il motivo è da ascrivere anche alla riapertura delle scuole?

“Certo. Sono del parere che le scuole medie inferiori e superiori sarebbero dovute restare chiuse continuando con la didattica a distanza per tutto l’anno scolastico. Il problema non è solo avere scuole sicure, ma anche tutto il resto che ruota intorno al mondo scolastico.

Basti pensare ad esempio ai mezzi di trasporto, pubblico o privato che sia, utilizzati dagli studenti che non riescono a garantire il rispetto minimo delle norme anti-Covid.

In questa situazione non è raro che quindi molti focolai partano proprio dalle scuole. L’apertura delle scuole sarebbe dovuta avvenire, inoltre, solo previa vaccinazione dell’intero personale scolastico, cosa che è accaduta soltanto di recente”.

 

Come procede la campagna di vaccinazione nel nostro distretto sanitario?

“Attualmente, nella sede di Cardito (che rappresenta l’unico Hub vaccinale per i comuni di Caivano, Cardito e Crispano) la scuola Galileo Galilei, ci sono 4 postazioni, con medici e personale sanitario che eseguono le vaccinazioni sugli anziani over 70-80 per le categorie fragili e da pochi giorni per gli over-60.

Stiamo viaggiando con una media di 500-600 vaccinati al giorno, ma c’è bisogno di accelerare perché questo è l’unico modo efficace per arrestare l’epidemia e l’insorgenza delle nuove varianti.”

Cosa si potrebbe fare per raggiungere questo obiettivo?

“A Caivano, che tra l’altro ospita la sede principale del Distretto Sanitario ed è il paese più popolato dello stesso, purtroppo, non c’è un centro vaccinale e questa è una grave criticità, che bisognava ad ogni costo evitare in questo momento.

Noi medici dell’AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale Medici di Medicina Generale) abbiamo dato, fin da subito, la nostra disponibilità a partecipare attivamente alle vaccinazioni, ma i nostri studi non sono idonei a garantire in sicurezza la somministrazione dei vaccini. Ci sarebbe bisogno di spazi più ampi considerando l’enorme numero di pazienti da sottoporre a immunoprofilassi.

Per questo pochi giorni fa io e altri colleghi abbiamo incontrato il Dott. Zanni (il Direttore del nostro Distretto Sanitario) che si è mostrato molto disponibile ad attivarsi per aumentare il numero delle postazioni vaccinali. Speriamo presto di disporre di questi spazi per poter affiancare i colleghi che già operano a Cardito e dare un contributo importante in questo momento tanto delicato della lotta al Covid-19. Anche sul fronte delle terapie ci sono novità importanti.

Nella nostra ASL è partita, infatti, la sperimentazione con gli anticorpi monoclonali e i primi dati sembrano abbastanza promettenti. Se tutti facciamo la nostra parte son certo che riusciremo presto a venirne fuori raggiungendo l’obiettivo di salvaguardare la nostra salute”.

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