Per la morte di Antonio Giglio, inizialmente considerata solo incidente, ci sarà un processo per omicidio volontario, il giudice per l’udienza preliminare di Napoli Luana Romano (21esima sezione) ha rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio volontario,
Marianna Fabozzi, madre di Antonio Giglio, il bimbo di 4 anni precipitato dalla finestra di un’abitazione del Rione Iacp di Caivano, il 28 aprile 2013.
Insieme con la Fabozzi è stato rinviato a giudizio, per favoreggiamento, anche il suo ex compagno, Raimondo Caputo, entrambi sono stati già condannati in via definitiva per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo. (Caputo venne condannato all’ergastolo; alla Fabozzi invece vennero inflitti dieci anni di carcere.)
Gennaro Giglio, padre del bambino, assistito dagli avvocati Sergio e Angelo Pisani, ha più volte accusato la ex (Marianna Fabozzi) della morte di suo figlio Antonio. Secondo quanto riferito dalla madre, Antonio sarebbe precipitato dopo essersi sporto troppo dalla
finestra nel tentativo di guardare un elicottero dei Carabinieri in volo.
A riferire agli investigatori che Antonio Giglio non morì accidentalmente fu una donna che
si disse testimone, eccellente, della tragedia: si tratta della sorella di Raimondo Caputo la quale riferì di avere visto, riflesso in uno specchio, la Fabozzi compiere l’insano gesto.
Malgrado la richiesta di archiviazione formulata dalla procura di Napoli, il gip Pietro Carola, il 5 giugno 2019, decise per l’imputazione coatta di Marianna Fabozzi e di
Raimondo Caputo, rispettivamente per omicidio volontario e favoreggiamento.