In attesa del primo Consiglio Comunale anche l’opposizione scalda i motori per l’importante scelta del prossimo presidente del consiglio comunale. Antonio Angelino e Salvatore Ponticelli i candidati sindaco sconfitti nell’ultima tornata elettorale ci spiegano l’importanza di questo ruolo e il loro identikit ottimale per Caivano.
Antonio Angelino si augura in una condivisione della scelta: ‘La scelta del Presidente del consiglio comunale resta un momento fondamentale anche per definire i rapporti tra maggioranza e minoranza. Il presidente dell’Assise non è un ruolo che può essere inserito nel calderone della lottizzazione politica.
Questo più di tutti gli altri è un ruolo autorevole, di rappresentanza di un’intera istituzione e non di una parte politica. In un clima di collaborazione istituzionale, l’individuazione della figura del presidente supera le posizioni e pure le bandiere. Lo si sceglie in un clima di condivisione, individuando la migliore figura che possa interpretare quello spirito di collaborazione istituzionale che sarebbe auspicabile a Caivano, riuscendo ad andare ben oltre le chiacchiere. I buoni propositi devono trovare riscontro nei fatti. In sostanza, la maggioranza stando alle notizie della stampa locale di questi ultimi giorni ha individuato, in modo autonomo, un nome, senza nemmeno condividerlo con la minoranza in un incontro ufficiale.
Di conseguenza, anche la minoranza si presenterà in aula con un nome rappresentativo “di parte” salvaguardando nella scelta il profilo e le competenze indispensabili per assolvere al ruolo, nonostante siamo ben consapevoli che si partirebbe col piede sbagliato se la coalizione di governo dovesse scegliere sin da subito la strada dello scontro e non del confronto. Quale occasione migliore dell’elezione del Presidente dell’Assise cittadine potrebbe rappresentare un momento di incontro tra le parti e provare ad avviare un percorso di collaborazione, in piena trasparenza, nell’esclusivo interesse dell’istituzione e della città?
In quest’ottica, proprio perché noi crediamo in ciò che diciamo, a differenza di chi predica bene e razzola male, ci rendiamo disponibili a superare i nomi espressione di una logica “di parte” scegliendo, insieme, una figura rappresentativa e unitaria, individuata insieme anche all’interno della stessa coalizione di governo, per aprire una fase di cambiamento radicale fondata sulla condivisione. La collaborazione si costruisce attraverso atti concreti, condivisi, partecipati e non con la logica dello scontro e della lottizzazione’
Salvatore Ponticelli spiega il ruolo di fiduciario in un periodo dove il nostro comune è iper attenzionato: ‘Quella del Presidente del Consiglio è una posizione super partes.
Il Presidente del Consiglio dovrà sempre adoperarsi affinché sia garantito un sereno e proficuo svolgimento dei lavori evitando di alimentare la conflittualità, la sterile polemica e, in definitiva, il mal funzionamento del principale organo collegiale dell’ente locale. Infatti se rappresenta e presiede il Consiglio comunale, garantendone l’autonomia ed il regolare funzionamento, dovrà sempre assicurare l’effettivo rispetto dei diritti di ciascun consigliere sia esso della maggioranza che della minoranza.
La sua elezione costituisce espressione di una «fiducia» dell’assemblea sulla capacità dell’eletto di farsi garante del corretto funzionamento dell’organo e della sua neutralità.
La sua unica preoccupazione, come detto, è quella di assicurare il perfetto e regolare funzionamento delle riunioni assembleari nel rispetto delle norme, delle regole, delle leggi garantendo la corretta dinamica politico amministrativa dell’ente comunale.
Serve pertanto una persona che possa rappresentare l’intero consiglio comunale e non una parte di essa, con esperienza amministrativa e professionale garantendo la corretta adozione degli atti consiliari sia dal punto di vista procedurale e che quello di legittimità, specie per un Ente dissestato e sciolto per cause esterne ben note e pertanto attenzionato per i singoli atti che verranno deliberati e adottati.
Desideriamo che non sia solo una carica di spartizione del bottino elettorale o di promesse fatte, che possono appiattire il ruolo e la funzione del Presidente del Consiglio ad esigenze politiche della maggioranza. Se così fosse il ruolo del Presidente finirebbe per essere gravemente svilito, non sarebbe più una figura super partes e di garanzia e finirebbe per essere continuamente sottoposta alle pressioni della parte politica che ha determinato la sua elezione con grave nocumento per lo stesso corretto funzionamento dell’assemblea.
Fiduciosi attendiamo il percorso che porterà ad eleggere il prossimo Presidente del Consiglio comunale’