Storie e tradizioni di Caivano: il quartiere Miezz’ Annunziata

2
5544

Adesso è via Gramsci, in origine, era denominata “Corso Regina Margherita”. Fu realizzata dopo l’abbattimento del muro perimetrale sullo sbocco a via Roma e a via Braucci, collegandole “Ngopp via Nova”. 

All’altezza di via Roma, già dal 600 dopo Cristo, esisteva una cappella rurale dedicata all’Annunziata posta all’entrata di quella attuale, mentre solo nel 1780 venne costruita l’attuale struttura e solo nel 1948 diventò parrocchia. Ai lati di essa era ubicata la fabbrica vetriera della famiglia Libertini.

Rimase funzionante fino al 1925 ma ancora adesso il luogo viene apostrofato “dint a’ vetriera”. Ad animare il quartiere dell’Annunziata ricordiamo vari personaggi, all’angolo della vetrata c’era Nrdinuccio o’ panettiere, Andrea Caldieri, cattolico praticante, devotissimo alla santa.

Il sabato di Pasqua alle 10 del mattino nella piazza “Pepe” tutti attendevano il volo degli Angeli a una decina di metri dal suolo sorretti da da impalcature da lui costruite, collegate a delle corde faceva incontrare due delle tre figlie che vestite da angeli si scambiavano due mazzi di fiori e recitavano una filastrocca.

Dopo la funzione, le campane della chiesa suonavano a festa e tutti applaudivano a questo segnale “si sciogli a glori”, si è sciolta la gloria. Adiacente alla chiesa c’era il chiosco di Zerrone, Antonio Bernardo, con un bel pancione e la sua voce rauca d’estate serviva grattate di ghiaccio nei pressi della panetteria di Ndriucc.
C’era Michele o’ russo, Vanacore. Fu uno dei primi fruttivendoli fissi nella struttura adesso occupate dal bar Toraldo. Di fronte c’era Fortunato o’tabaccaro, ai lati il pescivendolo Milone e il piccolo Emilio, l’inventore della parolaccia. Si rivolgeva alle sue clienti con simpatiche volgarità; più giù o bar e’ Ciccio o’ zalataro. Poi il negozio di biancheria e tessuti di Luigi Donadio, il circolo dove incontravi tante belle persone semplici e perbene. C’era poi la macelleria Nocera, detta e’ Platone, ma quello che mi lega a quella zona era il distributore di benzina di Angelino Antonio.


Ricordo indelebile è Filucciello o’ vurdemmaro, munito di un carrettino che trainava a mano, si posizionava all’angolo di via Braucci e vendeva ortaggi e verdura. Era l’inizio degli anni Settanta, ero un appassionato motociclista, ne possedevo già una potente. Una mattina, per non investire dei ragazzini che correvano dietro ad un pallone, frenai di botto e come per miracolo mi trovai sul carrettino di Filucciello, pieno di verdure che attutirono l’impatto proteggendomi da sicure conseguenze invalidanti. Quando mi ripresi, sentii il venditore ambulante imprecare: “Gaetà, stamatin non me e’ fatt abbuscà a jurnata!”.

Nel salutarvi, sono convinto che i miei scritti, leggendoli, susciteranno ricordi, rimpianti, gioie ed emozioni… Pertanto credo di meritarmi un piccolo grazie!  

2 COMMENTS

  1. Grazie…un tuffo nel passato….bellissimo leggere ad immaginare la nostra Caivano com ‘ era,un saluto hai nostalgici.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here