L’attore Antonio Vitale in scena il 25 luglio con “P’è viche ‘e Napule”

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L’attore Antonio Vitale, di origini caivanesi, andrà in scena sabato 25 luglio alle ore 21, al chiostro Basilica di Sant’Antonio di Afragola.

La sua commedia “P’è viche ‘e Napule” è stata realizzata grazie all’associazione “La nuova casa” Onlus e in collaborazione con l’iniziativa “Per un’estate da vivere insieme all’insegna della cultura” proposta dal sindaco Claudio Grillo.

Una notizia che sorprende, considerando il periodo delicato che stanno vivendo gli artisti, in seguito all’emergenza Covid-19, dove la maggior parte di essi è rimasta a casa e non ha potuto esercitare la propria professione.

Ne abbiamo parlato con Antonio, che ha spiegato bene il ruolo dell’attore, oggi:

 

Da sempre il mestiere dell’attore è stato discriminato e non considerato un vero e proprio lavoro. All’inizio della mia carriera più volte mi è stata fatta la domanda, che ogni mio collega ha ricevuto almeno una volta nella vita ovvero: “Ah, sei attore? Ma di lavoro cosa fai?” Fortunatamente negli anni, cumulando diverse esperienze non ho più ricevuto tale domanda. Detto questo per far comprendere ancora di più come il mestiere dell’attore non venga considerato non solo dalle persone ma anche dalle istituzioni.

Pensa che Eduardo con una sua commedia, “L’ Arte della Commedia” ha voluto denunciare proprio una situazione assurda, nella quale uno Stato Italiano non è capace di formulare una legge specifica che tuteli gli attori, le attrici, i registi e tutti coloro che fanno parte del settore spettacolo.

Oggi con questa pandemia dovuta al Covid pare che qualcosa si stia muovendo. Grazie all’iniziativa di alcuni miei colleghi è nato un vero e proprio registro di categoria per attrici ed attori professionisti e che fa riferimento al Sindacato. Con tale iniziativa si vuole dare, come giusto che sia, dignità al nostro lavoro. Noi abbiamo fatto una precisa scelta di vita, non abbiamo le spalle coperte da uno “stipendio fisso”.

Abbiamo fatto la scelta di vivere con il Teatro, accettando i “pro” ma soprattutto i “contro” di questo meraviglioso mestiere. Lottare ogni giorno per cercare una buona scrittura, avere porte sbattute in faccia, subire la mortificazione che qualche raccomandato sia passato davanti a te per ottenere quella parte perché ha più di un santo in paradiso mentre tu hai solo le tue forze, la tua abnegazione nello studio e i sacrifici è logorante e ti fa male. Nonostante ciò continui ad amare il tuo mestiere incondizionatamente perché farlo ed essere attore appaga realmente il tuo spirito e ti fa sentire bene.

Spero che da questa brutta esperienza che stiamo vivendo e che sta mettendo in ginocchio vari settori tra cui anche quello dello spettacolo (molti teatri non riusciranno ad allestire una stagione teatrale, vista l’incertezza che circola) si possa far tesoro di ciò che il Teatro, la Cultura e come noi attori, attrici, registi, tecnici siamo una grande risorsa per il nostro Paese e che una volta e per sempre veniamo rispettati in quanto professionisti dello spettacolo.

Grazie a cari amici come Antonio Giordano e Giuseppe Castiello e l’associazione “La Nuova Casa”, il 25 luglio 2020 avrò modo di ripartire ma ripartirò con la speranza e l’augurio che tantissimi miei colleghi e colleghe ritornino quanto prima ricalcare le scene e che il Teatro possa rivivere una nuova primavera quanto prima. ”

 

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