Enzo Tortora un martire della verità e della mala giustizia a 32 anni dalla morte

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Enzo Tortora, giornalista e conduttore televisivo e radiofonico, muore a Milano il 18 maggio 1988 all’età di 59 anni.

Condusse la Domenica Sportiva, il Festiva di SanRemo e il fortunato programma Portobello. Tortora fu arrestato nel 1983 con l’accusa di traffico di droga e associazione camorristica sulla base di false dichiarazioni di pentiti di camorra.

Arrestato alle 4 del mattino fu condotto in manette al carcere di Regina Coeli dove restò per 7 mesi per poi essere sottoposto agli arresti domiciliari.

Il 17 settembre 1985 veniva condannato in primo grado a 10 anni di carcere. Nel giudizio d’appello venne riconosciuto completamente estraneo ai fatti. La sentenza di assoluzione venne confermata dalla Corte di Cassazione.

Giorgio Bocca definì il caso Tortora il più grande esempio di macelleria giudiziaria del nostro paese. Enzo Tortora si battè durante il corso della sua vicenda per ottenere giustizia e denunciò gli arbitri a cui era stato sottoposto.

Fu europarlamentare nelle file del partito radicale e presidente del partito di Marco Pannella.

Per le ingiustizie patite da Enzo Tortora non ha pagato nessuno, nè i falsi pentiti, nè i magistrati che sostennero la pubblica accusa. La battaglia di Enzo Tortora non è caduta nel nulla: hanno portato al referendum sulla responsabilità civile dei magistrati e nel 1988 la legge Vassalli.

Un anno dopo la sua assoluzione definitiva Enzo Tortora moriva di tumore ai polmoni, non potendo godere della libertà, che dopo tempo, aveva conquistato con la sua intransigente battaglia per la verità.

 

 

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