Nella Fase 2 è ancora un’incognita l’apertura dei mercati cittadini.
Le associazioni A.n.a. (Associazione nazionale ambulanti), nazionale e regionale, promuovono forti iniziative sindacali verso tutte le istituzioni per sollecitare attenzione politica verso l’intero comparto degli ambulanti.
La Campania rischia di essere la regione maggiormente colpita essendoci circa
30mila piccole attività ambulanti, tra cui ben 4mila nella sola città di Napoli. Tutto
il settore che offre occasioni di lavoro a circa 300mila addetti diretti ed indiretti è fermo dagli inizi di marzo.
Eppure, nonostante le sollecitazioni e le disposizioni del Governo che consentono l’apertura, almeno del settore alimentare, neanche quegli operatori possono esercitare la loro attività.
La situazione di crisi è grave ovunque in Campania, tra cui ditte individuali e attività di generi di prima necessità che hanno chiuso senza avere direttive per poter smaltire la merce rimanente.
La richiesta fiscale per i commercianti
L’Ana Nazionale ha avanzato al Governo la proposta di un «patto per il rilancio dei
mercati e delle fiere» con alcune richieste da inserire nel “Decreto liquidità”: Indennità di 1.500 euro al mese fino alla riapertura dei mercati; esonero totale per l’anno 2020 dal versamento dei tributi comunali e dagli oneri dovuti allo Stato a titolo di Irpef, Iva e contributi previdenziali Inps; contributo a fondo perduto di 30mila euro; proroga al 31 dicembre 2021 del Registratore Telematico e della Lotteria degli Scontrini.
I mercatali chiedono alla Regione e al Comune un segnale e l’indicazione di una data certa per potersi organizzare auspicando che non superi l’11 maggio, pena scadenze e pagamenti, oltre a misure di sostegno verso una categoria priva di fonte di reddito.
Il settore è in grosse difficoltà e il bonus di 600 euro di certo non risolve i problemi