Il 25 aprile 1945, Sandro Pertini, membro del CLN, proclama a Milano lo sciopero generale, è la fine del nazifascismo e della guerra in Italia. Molte città già si erano ribellate e avevano sconfitto e cacciato il nemico, tra cui Napoli, con le sue eroiche e sanguinose Quattro Giornate.
E’ stato un periodo buio, tragico e sanguinoso per l’Italia, quello che va dalla marcia su Roma capeggiata da Mussolini, il 28 Ottobre del 1922 sino al 25 Aprile del 1945. Mussolini è stato un dittatore sanguinario, nel 1924 fece uccidere l’Onorevole socialista Giacomo Matteotti, poi eliminò tutti gli altri, Turati, Gobetti, Amendola, i Fratelli Rosselli, Gramsci, che fece morire nel carcere di Turi, e chiunque si mettesse contro il suo governo. Tolse ogni forma di libertà, in ogni campo. Aderì alle persecuzioni antisemite, volute da Hitler e proclamò nel 1938 le Leggi Razziali, una vergogna per chiunque si definisca uomo. E’ stata una dittatura feroce, non ha attenuanti storiche.Tutto ciò accadeva con il pieno avallo di Vittorio Emanuele III di Savoia e di tutti i membri di casa reale.
Dopo la caduta del fascismo, il 25 Luglio del 1943, la guerra non si fermò, il comando fu preso, con nomina del re, dal Generale Pietro Badoglio.
In quel momento, donne, uomini, ragazzi, vecchi capirono che era giunto il momento di unirsi e di fare fronte unico con i Partigiani, che sino ad allora avevano fatto azioni isolate, per sconfiggere definitivamente il regime.
Intanto, Mussolini, sebbene sfiduciato da Gran Consiglio, decide di fondare la Repubblica Sociale per riprendere il potere. Non ci riuscirà più. Sarà giustiziato dai partigiani italiani e portato a Piazzale Loreto a Milano.
Era necessaria una breve sintesi storica.
Mi si chiede cosa sia il 25 Aprile. Io ho un rapporto con questa data non solo ideologico, ma anche affettivo. Mio padre, l’avvocato Mimì Donesi, è stato Partigiano. Faceva parte della Terza Brigata Garibaldi, Felice Cascione di Imperia, era comunista, ha operato e rischiato la sua vita in Liguria. Era ad Imperia, era responsabile dei contatti con la Francia liberata e con le forze alleate inglesi. Io ho visto le foto dei suoi compagni trucidati da repubblichini, tra cui quella del Partigiano Nino, che fu barbaramente trucidato in una imboscata. Non posso non essere coinvolta, per me non è solo Storia, per me è parte della mia vita. Mio padre salvò dalla furia fascista la sorella di Nino, Emilia, il padre e il fratellino, perchè i repubblichini, non paghi, volevano trucidare l’intera famiglia.
Oggi, sento figuri come la Mussolini, Salvini, Meloni, La Russa e simili che osano parlare del 25 Aprile. Non possono, parlano di pacificazione, con chi? Con quelli che entravano nelle case e trucidavano i propri connazionali o che facevano le spie ai nazisti? No, non possono parlarne, perchè gente come loro tolse la libertà di parola, di stampa di insegnamento libero, la libertà di sentirsi persone.
Il 25 Aprile è sempre.
Da esso si è avuta la Liberazione, è stata redatta la nostra Costituzione, da tutte le forze laiche e democratiche. Sono stati garantiti a tutti i diritti fondamentali, se possiamo scioperare per i nostri diritti, lo dobbiamo al 25 Aprile, se possiamo esprimere le nostre opinioni è grazie a quel 25 Aprile. In questo periodo così difficile, dove il mondo intero è in difficoltà, noi in Italia, malgrado le tante difficoltà e il massacro della Sanità pubblica, abbiamo avuto la possibilità di essere curati gratuitamente, cosa che nelle altre nazioni non accade, come nei paesi anglosassoni, in America e questo lo dobbiamo a quel 25 Aprile, in particolare ad una Partigiana, Tina Anselmi, che volle il diritto alla salute, nella Costituzione e volle una Sanità pubblica, dove chiunque potesse essere curato. E’ vero ci sono tante difficoltà da affrontare, è un periodo triste, pieno di rancori. Persone che incuneano un odio profondo per le Istituzioni, tra Nord e Sud, tra gli stessi cittadini, stanno cercando di svilire l’umanità delle persone stesse. Ci sono complottisti che divinano gli scenari più apocalittici. Noi non dobbiamo cadere in questa tela di ragno, come allora dobbiamo essere uniti e salvaguardare questa nostra Democrazia, che con tutti i suoi limiti, ci garantisce. Restiamo Umani, così come i nostri padri hanno combattuto un nemico feroce e sanguinario il nazifascismo, noi dobbiamo avere la capacità di combattere e di vincere, con l’unità e l’umanità possiamo farcela.
Di Maria Donesi
Che il 25 Aprile viva. Onore ai Partigiani.