Miseria e nobiltà al tempo del Coronavirus

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1996

Nella giornata di oggi sono stato testimone di alcuni concomitanti avvenimenti che hanno rafforzato il mio personale convincimento che l’essere umano è un impasto indissolubile di bene e male.

Per me l’uomo non nasce affatto buono, ma deve quotidianamente impegnarsi per tendere al bene.

EPISODIO 1

Per sottrarmi alla estenuante fila al supermercato ho pensato di portarmi prestissimo al centro commerciale. Aspettativa delusa. Altri avevano avuto la mia stessa idea.

Preso atto della realtà, mi sono disciplinatamente messo in fila. Dopo un po, visto che la fila non scorreva, piuttosto indispettito, mi sono affacciato all’interno del centro dove ho scorto un giovane che depositava sul piano della cassa una ingentissima quantità di generi alimentari. Ho avuto anche l’occasione di ascoltare quanto aveva speso: €157.

Dopo aver pagato ha riposto ordinatamente gli acquisti in ben 9 capienti borse, che ha lasciato all’ingresso. Dopo aver fatto anche io la spesa, vinto dalla curiosità, ho chiesto al cassiere con cui ho familiarità perchè quel giovane non avesse ritirato la spesa. La sua risposta è stata: ha devoluto tutti gli acquisti alla caritas.

EPISODIO 2

Uscito dal centro commerciale ho incontrato un signore con il quale scambio qualche chiacchiera quando ci ritroviamo a passeggiare con i nostri cani. Mi sono accorto che oltre al solito cane con cui si accompagna ne aveva un altro al guinzaglio, un batuffolo brioso e indisciplinato.

Mi ha detto di averlo trovato per strada abbandonato e di averlo adottato. Lo ha chiamato Corona.

EPISODIO 3

Nel pomeriggio sono ritornato al supermercato, perchè avevo dimenticato di fare un acquisto. Solita avvilente fila.

Un signor di età piuttosto avanzata che mi precedeva improvvisamente ha avuto un mancamento ed è rovinato a terra, qualcuno ha chiamato il 118. In breve tempo si sono sentite le sirene dell’autoambulanza, si è determinato un assurdo fuggi fuggi. A soccorrere l’anziano sono rimasti in pochi, io tra questi.

Il più solerte è stato il ragazzo africano che da anni sosta all’ingresso del supermercato e che in cambio di una piccola elemosina aiuta, soprattutto gli anziati, a trasportare le buste della spesa e a riporle nel bagagliaio dell’auto.

Fortunatamente l’anziano si è ripreso e non è stato più necessario il suo eventuale ricovero, ma non ha potuto più riprendere il suo posto nella fila perchè inesorabilmente scavalcato dagli altri.

ULTERIORI CONSIDERAZIONI

Nel tempo interminabile che si passa per accedere ad un centro commerciale mille pensieri affollano la testa. Oggi mi sono soffermato su un aspetto.

Ho notato che il 70% delle persone in fila sono donne di ogni età. Se il 30 % è costituito da anziani, scarsi i giovani e i giovanissimi.

Ne ho tratto la conclusione che probabilmente, gli uomini,  sono impegnati in lavori di casa, oppure stanno elaborando piatti particolari, oppure assistono i propri figli nella didattica a distanza.

Spero che veramente sia così e non stiano perdendo tempo a giocare a play station.

 

 

 

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