Sono tanti gli affidamenti, che ogni giorno, vengono elargiti dal Comune di Caivano per i lavori da fare sul territorio.
La nostra redazione ha, a più riprese, acceso i riflettori sugli innumerevoli affidamenti diretti sempre e solo alle stesse ditte.
Chi vive il territorio, lo conosce, lo osserva e lo scruta. È davvero massima l’attenzione che prestiamo al territorio e alla macchina comunale. Rigore e trasparenza urgono in un territorio così difficile e sciolto per infiltrazioni.
Sono tanti gli esposti anonimi arrivati in Procura, alla Polizia di Stato e all’attenzione della Commissione Straordinaria.
Sono stati presi in considerazione dalle autorità preposte? Questo non possiamo saperlo, ciò che, invece, ci auguriamo è che questi esposti vengano presi in considerazione.
Sfogliando la sezione “trasparenza” del Comune di Caivano si nota subito che l’Ente, dopo i tanti articoli e i tanti esposti ha cambiato linea ed invertito rotta.
Ditte nuove lavorano a Caivano, peccato che non serva la zingara per indovinare: basta solo ragionare in merito e sembrano palesi le strane incongruenze.
Partiamo dal presupposto che molte ditte hanno la medesima sede legale, ci appare già questo assai strano.
Tra maggio 2019 e gennaio 2020 girando per il territorio abbiamo notato molto facilmente la presenza sempre degli stessi mezzi e degli stessi operai.
È possibile che si affidano lavori alla ditta X nel mese 1, alla ditta y nel mese 2 e alla ditta z nel mese 3, ma girando per le strade gli operai addetti ai lavori siano sempre gli stessi?
Ma soprattutto vi sembra normale che i lavori affidati dalla ditta x vengano eseguiti interamente dalla ditta y?
Qualcuno grida: è subappalto!
Il subappalto non può superare il 30% dell’importo complessivo del contratto dei lavori, dei servizi e delle forniture, limite innalzato al 40% dal DL 32/2019 (cd “sblocca cantieri”).
Si da atto, che come già evidenziato dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione e dalla Corte di Giustizia Europea, il limite quantitativo al subappalto è concepito per prevenire rischi di infiltrazione criminale.
Con il limite imposto al subappalto si tenta, dunque, di tutelare gli interessi generali di primaria importanza della sostenibilità sociale, dell’ordine e della sicurezza pubblica, in un contesto in cui i maggiori rischi di infiltrazione criminale e di condizionamento dell’appalto si associano a minori capacità di controllo e verifica dei soggetti effettivamente coinvolti nell’esecuzione delle commesse.
Il comma unico dell’articolo 25 del decreto-legge trasforma i reati di “subappalto illecito” da contravvenzioni in delitti, puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni e con la multa non inferiore a un terzo del valore dell’opera concessa in subappalto o a cottimo e non superiore ad un terzo del valore complessivo dell’opera ricevuta in subappalto.
Ai vecchi e nuovi avventori: attenzione che già si stanno tracciando le linee per un futuro, e quasi certo, scioglimento dell’Ente
Ci auguriamo una massima attenzione da parte delle Autorità Giudiziarie, sperando in un presto rinnovamento di questa martoriata terra!