Tumore provocato dall’uso dei cellulari, è dibattito nel mondo scientifico

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Esiste una probabile correlazione tra l’uso prolungato dei cellulari con alcuni tumori. L’argomento è stato dibattuto per la prima volta nel 1997 a Torino dal giudice del lavoro, Raffale Guariniello, oggi in pensione. Ma le ricerche partono da alcune sentenze storiche come quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore al cervello e l’uso del cellulare.

Il tema della salute è caro a chi in Campania, da anni, lotta contro i tumori, e non esiste la correlazione diretta che solo chi vive nel triangolo della morte può riscontrare maggiormente una patologia oncologica. Il fenomeno è esteso ovunque.

Il caso di Roberto Romeo

In Italia, il caso si è presentato nuovamente a Torino, e ha riguardato un dipendente Telecom, Roberto Romeo, che per quindici anni ha lavorato utilizzando il telefono per oltre tre ore la giorno e ciò gli ha causato una neurinoma dell’apparato uditivo. Ha così spiegato la sua patologia:

Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti o trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all’udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore, ora non sento più nulla dall’orecchio destro, perché mi è stato asportato il nervo acustico

A gennaio, i giudici della Corte d’Appello di Torino hanno confermato la sentenza che ha stabilito un vitalizio per Roberto Romeo, 60enne. A pagare, dovrà essere l’Inail, a cui l’uomo aveva fatto causa.

Una delle questioni che Romeo chiede è che sulle scatole dei cellulari sia scritto esplicitamente che il loro prolungato uso nuoce alla salute e che vi sia l’esplicito invito a utilizzare il vivavoce oppure l’auricolare.

“Non voglio demonizzare il cellulare – ha sempre detto – ma voglio che ne venga fatto un uso consapevole”.

Ora non resterà che aspettare se l’Inail dovesse ricorrere in Cassazione.

Il punto di vista scientifico

“L’ipotesi che l’uso prolungato del cellulare possa causare tumori alla testa”, alla base della sentenza della Corte d’Appello di Torino, non è fondata su una base scientifica. Finora, nessuna correlazione è stata provata tra i campi elettromagnetici dei cellulari e l’insorgenza di tumori. Ci sono solo dei sospetti di cancerogenicità ma non confermati”. Ha replicato così, all’Ansa, Alessandro Vittorio Polichetti, primo ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità.

In realtà, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato le radiofrequenze nel “gruppo 2b”, come quelle “possibili cancerogeni”, come anche altri campi magnetici possono rientrare in questa classifica. Possiamo dire che non è confermata la correlazione, ma sicuramente è un fattore da non escludere.

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