I giudici della prima sezione civile della Corte di Appello di Napoli Nord hanno respinto il ricorso presentato dai legali dall’ex sindaco di Caivano, Simone Monopoli, pertanto resta incandidabile.
Con la sentenza del 26 novembre 2019 la Corte di Appello ha ritenuto che i rilievi formulati dagli avvocati siano insufficienti per motivare una eventuale candidabilità.
In particolare la Corte di Appello si è soffermata sulle tre circostanze già rilevate nel decreto di scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche, che comproverebbero un nesso fra l’attività amministrativa e le ingerenze criminali del territorio.
In particolare la nomina dell’ex assessore Ciccarelli al Parco Verde, la vicenda legata ai canoni del Parco Verde e l’autorizzazione legata alla festa dei Gigli.
Inoltre il tribunale ha respinto l’obiezione della difesa in merito alla propria difesa solo su una parte della documentazione perché una parte era secretata. I giudici hanno chiarito che il loro lavoro è stato svolto sulle medesime carte e quindi non vi è stata nessuna lesione al diritto alla difesa dell’ex sindaco.
Ora potrà far valere le proprie istanze ricorrendo alla Cassazione come già annunciato pubblicamente.
Rischia di restare incandidabile per 10 anni
La conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018, G.U. n. 231 del 4 ottobre 2018, cioè l’ampliamento della misura interdittiva dell’incandidabilità voluto dall’ex ministro Matteo Salvini, potrebbe tenere fuori l’ex sindaco per diverso tempo.
Costoro, secondo la recente modifica apportata al comma 11 dell’art. 143 tuel recita”non possono essere candidati alle elezioni per la Camera dei deputati, per il Senato della Repubblica e per il Parlamento europeo nonché alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, in relazione ai due turni elettorali successivi allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo”
- *Foto copertina del periodico Pensiero Libero