CAIVANO – Il verbale è stato redatto dopo 5 ore di ispezione. Secondo l’Asl Napoli Nord i quattro siti della ditta Di Gennaro e della Pontin, scelti dalla Sapna, attualmente presentano molte anomalie e quindi non sarebbero, almeno oggi, idonei a ospitare le 15mila tonnellate di ecoballe, per cui è in fibrillazione tutta la popolazione.
I tecnici sono stati accompagnati da Giuseppe Di Gennaro, Iuri Bervicato e Nino Navas, fra i massimi rappresentanti del consorzio degli industriali, i quali si stanno opponendo in tutti i modi all’arrivo dell’ennesimo carico di spazzatura su un territorio martoriato. Stamane hanno fatto arrivare sul posto anche i loro legali pur di scongiurare l’arrivo delle ecoballe.
Il colpo di scena però l’ha regalato l’Asl redigendo un duro documento (pubblicato sul nostro contatto Facebook de “il giornale di Caivano”), il quale indirettamente bacchetta la Sapna, la quale con molta sbadataggine addirittura aveva indicato come sito di stoccaggio la cosiddetta area 3 (quella andato a fuoco a luglio dell’anno scorso, ndr) ancora inaccessibile in quanto sotto sequestro giudiziario, quindi comunque inutilizzabile. Ma a Napoli nessuno si è ricordato del fatto, evidentemente nella fretta di scaricare tutti i rifiuti della metropoli nella povera Caivano. Inoltre, la stessa Asl ha riscontrato della documentazione mancante. Adesso vediamo cosa succede: in teoria la Sapna dovrebbe rinunciare a tutti i siti di Caivano, fino a quando non si faranno i lavori di idoneità e si metterà la documentazione a posto, ovvero bel oltre i 40 giorni per cui rimarrà chiuso l’inceneritore di Acerra, sperando che la spazzatura sia portata altrove. Ma non sono escluse altre sorprese.