Dopo la chiusura momentanea della MI.SO. e della Proteg è scattato l’allarme igienico sanitario che potrebbe amplificarsi già nelle prossime ore.
Sia la Confcommercio che le associazioni di categoria oltre alla grande distribuzione hanno già avvisato dei possibili problemi. Sia degli scarti bloccati nei punti vendita che potrebbero andare presto in putrefazione oltre alla formazione di larve e insetti, sia di scarichi illegali di rifiuti animali.
Si rischia in breve tempo la chiusura di macellerie, pescherie e supermercati dove c’è questo tipo di lavorazione.
Il comunicato di Federcarni e Confcommercio
La federazione Nazionale Macellai con un comunicato ha informato il Prefetto di Napoli del possibile pericolo igienico sanitario. Macellerie e supermercati non potendo smaltire gli scarti di lavorazione e non avendo appositi spazi per lo stoccaggio in breve tempo potrebbero ritrovarsi con scarti in decomposizione.
L’Aicast chiede soluzioni
Anche l’ AICAST – Associazione Industria, Commercio, Artigianato, Servizi e Turismo della Provincia di Napoli e la Federmacellai hanno inviato una nota dove si chiede la risoluzione del problema o la necessaria chiusura di tutte le attività alimentari con conseguenze di ordine pubblico.
In preallarme anche la grande distribuzione
Anche i grandi supermercati e le catene sono andate in preallarme avvisando tutti i supermercati affiliati di avvisare ognuno le proprie amministrazioni comunali di una possibile chiusura per rischio igienico sanitario.
Cosa lavorano le aziende
Entrambe le aziende lavorano gli scarti di macellazione ed i grassi che vengono dal piccolo negozio fino ad arrivare alle grosse aziende produttrici di salumi, insaccati e carni.
Non tutto il materiale ottenuto dalla macellazione di un animale da allevamento è destinato al consumo. Tutto ciò che viene considerato potenzialmente dannoso per la salute dell’uomo non viene destinato alla vendita ed è considerato, quindi, come uno scarto di macellazione da dover smaltire. Questi sottoprodotti non sono sottoposti alla normativa in materia di rifiuti ma al solo Regolamento CE1069/2009.
Gli scarti derivati dalla lavorazione dei prodotti di origine animale, le parti di animali giudicate non idonee per il consumo umano, quanto destinato alla distruzione perché
non utilizzabile né per l’industria zootecnica, né come fertilizzante, né idoneo per la produzione di biogas o per il compostaggio, vanno a costituire il complesso panorama
dei “sottoprodotti di origine animale”.
In modo più dettagliato con la definizione di “sottoprodotti di origine animale” [SOA], si intendono corpi interi o parti di animale o prodotti di origine animale (es. carne, latte,
uova, pesci) compresi ovuli, embrioni e sperma, non destinati o non destinabili al consumo umano.