Terra dei Fuochi, a Caivano e Giugliano si muore di più

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Un percorso iniziato circa tre anni fa, indagini sanitarie svolte in seguito all’accordo di collaborazione scientifica tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Procura di Napoli Nord, che ha interessato 38 comuni delle province di Caserta e Napoli rientranti nell’area denominata ‘Terra dei Fuochi’, per un totale di 426 km quadrati, dove vive circa un milione di persone. Un’area dove sono ubicati 2767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali.

Un lavoro certosino che, in parte, conferma le paure ed i timori che si vivono quotidianamente e che darà un impulso importante anche alle indagini che saranno portate avanti nei prossimi mesi. E’ stata effettuata una mappatura del territorio calcolando un indicatore di esposizione a rifiuti che tiene conto della pericolosità dei siti presenti nel territorio comunale e della percentuale di popolazione che risiede nelle loro rispettive aree di impatto. In base al valore di questi indicatori sono stati divisi i comuni in quattro classi di valore crescente; nelle analisi, i comuni della prima classe sono stati poi utilizzati come popolazione di riferimento.

Mappa incidenza Tumori

I comuni sono stati divisi in quattro classi, dalla prima classe alla quarta, di valore crescente in base alla pericolosità; il valore massimo, il 4, è stato assegnato all’area di Giugliano e Caivano.

Sul fronte delle indagini, i risultati finora raggiunti “consentono di poter disporre di una cartografia del circondario di competenza della Procura della Repubblica di Napoli Nord che, pur senza voler stabilire alcun nesso eziologico, descrive, con significativa evidenza, una correlazione fra le aree dove sono state riscontrate le più importanti criticità ambientali e determinate patologie tumorali e di altro tipo.  Tale importante acquisizione consentirà alla Procura di fondare le proprie priorità investigative su basi scientificamente validate e di aggredire i focolai di esposizione a rischio da considerarsi più pericolosi per la salute delle comunità. L’attività d’indagine sarà anche indirizzata alla verifica dei presupposti per l’eventuale contestazione delle fattispecie di delitto introdotte dalla legge nr. 68 del 2015, ed in particolare del reato di omessa bonifica”.“

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