Frattamaggiore, al via il forum di greco antico su Platone

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di Antonio Parrella

FRATTAMAGGIORE. Tutto pronto per la conferenza di greco antico sul tema “La poesia nella Repubblica di Platone”. Il simposio culturale si terrà venerdì 15 febbraio (ore 17,30), presso la sala consiliare del Comune.

Relatore sarà il professore Giuseppe Nardiello, docente di letteratura greca dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli. La kermesse culturale, organizzata dall’associazione ex alunni del liceo Durante, presieduta dal magistrato Geremia Casaburi, in collaborazione con la locale sezione dell’Aicc (Associazione italiana di cultura classica)  e del Comune, è inserita nell’ambito della VIII edizione dell’Agòn Politikòs, gara internazionale di greco antico, che si svolgerà a Frattamaggiore dal 5 al 7 aprile (presso l’istituto comprensivo “Capasso-Mazzini, presieduto dalla dirigente scolastica Fernanda Manganelli), con il patrocinio tra gli altri del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del Consiglio regionale della Campania e delle Università di Napoli “Federico II”,  l’Orientale, Suor Orsola Benincasa, e del Dipartimento di lettere e beni culturali dell’Università della Campania “Vanvitelli”.  Istituto di Studi Atellani, il Centro Studi documentazione e ricerche “Stanzione” di Orta di Atella, il Lions club di Frattamaggiore e il Rotary Afragola- Frattamaggiore “Le porte di Napoli.

“Nella Repubblica platonica  – spiega Teresa Maiello, docente di greco e presidente dell’Aicc di Frattamaggiore) – si attua una vera e propria critica della coscienza estetica, come nota finemente Gadamer (Platone e i poeti). L’esperienza vissuta dal rapsodo, dal poeta, e in ultimo dallo spettatore è già in se stessa corruttrice per l’anima, portatrice di una falsa morale, di un traviamento insano; l’oblio estetico di sé consegna alla facile psicagogia delle passioni squilibranti, fa prendere il sopravvento alla parte irrazionale dell’anima, sovverte le gerarchie conoscitive: perde, disperde l’individuo. Il senso del bando che pende sulla poesia nella città ideale – aggiunge Maiello – è visto non più come il frutto di un’astratta e solitaria meditazione speculativa, ma come un tentativo, pienamente inserito nella realtà culturale del tempo, di precisare meglio i limiti e le potenzialità nuove della poesia”.

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