CAIVANO – Un’azienda che pubblicizza il gelato dal cuore di panna, ma va a muso duro con gli operai. L’Algida, sita nella zona industriale di Caivano, prevede un piano che porti ad altri 100 licenziamenti ed altrettanti passaggi da fisso a part-time (diventerebbero lavoratori precari a tutti gli effetti, per dirla in parole povere, ndr), i sindacati protestano e proclamano uno sciopero perché rigettano, insieme con i delegati dei dipendenti (Rsu), il piano dell’azienda.
Ma non è solo a questo che la multinazionale olandese Unilever, proprietaria del marchio, punta: si vuole terziarizzare il reparto celle, evidentemente perché costa troppo, dismettere due linee di produzione e riportare tutte le indennità a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Insomma, una chiara volontà che, se passasse, sarebbe l’ennesimo duro colpo per una zona, quella della provincia di Napoli, dove il lavoro è già un miraggio. Questo è quanto comunicato dai sindacati di categoria Flai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e Ugl, i quali hanno annunciato uno sciopero di mezzora a turno, tuttora in corso, ed il blocco del lavoro straordinario (vedi volantino sotto).
“In realtà – afferma una persona bene informata che, per ovvie ragioni, intende conservare l’anonimato – il vero obiettivo dell’Algida è risparmiare sui costi del reparto celle ed impiegare tutti in attività stagionali perché con le tecnologie attuali riesce a soddisfare le richieste del mercato con solo 8 mesi di produzione all’anno”.
I sindacati hanno ricordato anche che, già a fine 2015, scesero a patti pur di rendere competitivo l’opificio di Caivano. Ma adesso basta, in effetti gli imprenditori, come sempre, chiedono sacrifici sempre agli ultimi, chissà se hanno abbassato il ricco stipendio ai loro manager, se non altro come forma di rispetto verso chi vive di solo stipendio.
“Siamo disponibili a trattare – ribattono i sindacati nel volantino diffuso pubblicamente – ma mai ad accettare richieste piovute dall’alto senza consultarci e comunque lo stabilimento di Caivano deve rimanere al centro del progetto Algida”. Speriamo che l’azienda del cornetto dimostri veramente un cuore di panna senza operare tutti questi tagli drastici, fra l’altro non giustificati dal mercato, altrimenti, almeno secondo quanto dicono i sindacati, si rischia un durissimo braccio di ferro.