Piaccia o no, don Maurizio Patriciello, il prete divenuto famoso per le sue denunce sulla Terra dei Fuochi, è uno che certo le cose non le manda a dire. Idolatrato da tanta gente, ma anche fastidioso per tanti altri, soprattutto quelli situati ai “piani alti”, il sacerdote puntualmente in chiesa riflette coi fedeli sulle cose che accadono in Italia e, ovviamente, soprattutto in Campania. Oggi domenica 26 agosto, alla messa delle ore 12, celebrata nella sua parrocchia, San Paolo Apostolo del Parco Verde, don Patriciello ha bacchettato i sindaci che hanno annunciato denuncia-querela contro l’editore Feltrinelli, colpevole di aver consigliato, in una guida turistica, che fra Napoli e Caserta c’è il triangolo della morte e quindi sarebbe meglio non visitare i paesi situati a nord del capoluogo di Regione e nell’agro-aversano.
“Quei pochi monumenti esistenti sono, peraltro, quasi tutti inaccessibili”
“Turisticamente non c’è effettivamente nulla da visitare e la camorra, di certo, non è mai scomparsa, – ha spiegato il prete –. Nulla di scandaloso ha pubblicato Feltrinelli. Mi dite cosa ci troverebbero i turisti a Caivano, dove c’è un castello che non sembra più nemmeno medievale ed è inaccessibile, oppure a Casal di Principe o a Frattaminore, la città dove abito? In questi paesi quando piove ci vorrebbe la barca per uscire, a Frattaminore fra poco sarà necessario l’elicottero per arrivare visto che chiudono per anni ed anni ogni strada dove spunta un palazzo pericolante. L’ex senatore Lucio Romano ha detto indignato che Aversa è la città delle cento chiese. Orbene, se un turista capitasse nella città normanna, non troverebbe né un depliant, né una guida, anzi non lo saprebbe nemmeno che si trova in un posto dove ci sono tanti edifici religiosi. E poi l’Agro-Aversano ricade nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Qui si vuole sempre vivere di rendita sul passato. Una persona ha pubblicato su Facebook tutti i monumenti di questa zona che, guarda caso, sono quasi tutti chiusi o inaccessibili, per un motivo od un altro. Quindi i tanti sindaci che amministrano queste città, che subito hanno annunciato la solita querela per diffamazione all’editore, seppur è un loro diritto ricorrere alla magistratura quando si sentono lesi, facessero prima un bell’esame di coscienza…”.