Oggi pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di intervistare Don Salvatore Verde, sacerdote della Chiesa di San Giorgio a Pascarola per discutere della sua presenza alla manifestazione “Caivano brucia ancora” e mettere in chiaro alcuni punti lasciati in sospeso. Molto amareggiato, Don Salvatore ha fatto una richiesta specifica: dire soltanto la verità e fare in modo che tutti possano comprenderla.
Don Salvatore, cosa vuol dire ai nostri lettori, in merito a ciò che è accaduto ieri?
Ho avuto, tra ieri e oggi, contatti con tante persone e giornalisti; ho letto diversi articoli, ma mi sono preso del tempo per intervenire e vi ho contattato perché siete la testata locale a cui volentieri decido di appellarmi. In rete, ho letto alcuni articoli, che mi hanno amareggiato e molte altre accuse infondate, per questo ho deciso di agire. Vorrei smentire alcune affermazioni che sono state riportate sulla mia persona e non corrispondono alla verità. Basta ascoltare il video pubblicato su varie reti.
Da dove cominciamo?
In primo luogo, vorrei parlare alla mia comunità, che in queste ore mi sta dando molto conforto. Ho ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà dai pascarolesi, questo è un grande segnale per me, mentre era stato detto che le accuse provenissero proprio da loro. Non è così! Posso assicurarvi che hanno capito bene cosa volessi dire e denunciare. Sono stato contestato esplicitamente dagli organizzatori della manifestazione, che proprio oggi mi hanno chiesto scusa; sono venuti in Chiesa a cercarmi, li ho sentiti a telefono e tra l’altro mi hanno informato che lo hanno scritto anche su Facebook.
Secondo lei, perché è stato attaccato?
Probabilmente ho toccato un tema che suscita scalpore, quando ho citato la ditta coinvolta nell’incendio che non era in regola, avendo avuto modo di informarmi personalmente. Ho solo insistito sul concetto che esiste troppa manipolazione politica sul concetto “Terra dei fuochi” per ottenere attenzione e dei finanziamenti europei che non sempre vengono utilizzati per il lavoro da fare.
Alcuni hanno scritto anche sui social che lei ha detto che la Terra dei fuochi non esiste…
Come si potrà vedere anche dai filmati pubblicati in rete, non è assolutamente vero! Ho semplicemente detto che la “nomea della terra dei fuochi” è spesso manipolata per nascondere le responsabilità delle istituzioni. Purtroppo però mentre stavo parlando, sono stato accusato di dire menzogne e il mio discorso è stato interrotto diverse volte. Ecco perché vorrei specificare che non è vero che ho detto che non esiste la Terra dei fuochi, né la camorra, ma che spesso dietro questa scusa si nascondono tante altre verità.
Ormai, in Italia, ci conoscono solo per questo dramma, ma non è così. Oltre questi problemi c’è gente onesta che lavora e vive con impegno.
Esistono delle realtà da valorizzare intorno a noi. Ho detto che spesso questi stessi problemi li ritroviamo in altre regioni, ma i “rumors” non sono così forti e pieni di calunnia come accade per le nostre terre. Stavo semplicemente diffondendo un messaggio di difesa per il nostro territorio di cui spesso si parla male ma di cui la verità si nasconde.
Come sempre in queste situazioni, appaiono forme di sciacallaggio gratuito. Sono stato offeso perché qualcuno su Facebook ha detto che ero ubriaco ed altro. Sono stato tacciato di voler mettere casino in un’organizzazione pacifica e di sollevare una questione di ordine pubblico. Lungi da me ogni tentativo di sabotare un evento così importante per tutti noi. Pertanto mi viene da ricordare le parole di Gesù: “la verità vi farà liberi”(Giovanni 8,32). Purtroppo la verità non a tutti piace.