CAIVANO – Mentre ormai l’incendio apocalittico, scoppiato ieri 24 luglio alle ore 13, in un piazzale della ditta Di Gennaro Spa, verrà domato probabilmente entro stasera (vedi foto sopra scattata stamane alle prime luci dell’alba, ndr), si pensa alle possibili cause del maxi-rogo la cui eco è giunta in tutta Italia. E il ministro dell’ambiente Sergio Costa che segue da Roma, in prima persona, l’evolversi della situazione mentre sono giunte le reazioni indignati di molti politici, nazionali, regionali e locali ai mass-media.
Intanto, i Carabinieri della Tenenza di Caivano, titolari delle indagini (sono giunti sul posto pure i militari specializzati del Noe), hanno provveduto a porre sotto sequestro, come prevede la prassi, tutta la fabbrica, provvedimento disposto dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, che coordina gli accertamenti, tutt’ora in corso nella fase preliminare e quindi gli inquirenti sono abbastanza abbottonati. Ieri un pm è stato a Pascarola per effettuare un sopralluogo nell’area.
Secondo una prima ricostruzione, hanno preso fuoco le balle già lavorate sul piazzale esterno, che secondo la responsabile sicurezza della ditta trattasi non di rifiuti, ma materie prime secondarie pronte per essere trasportati ai centri di lavorazione e perciò bene prezioso per l’azienda.
Indiscrezioni confermano che si è bruciata sia plastica che carta e cartone, ovvero i materiali riciclabili che la ditta, una delle più grandi in Campania, raccoglie e spedisce nei centri dove viene riciclata ai fini della commercializzazione di prodotti ecologici.
La pista privilegiata è l’incendio doloso, sia per la vastità dell’episodio, sia perchè lo stesso proprietario della Di Gennaro, come riporta il quotidiano Il Mattino di stamane 25 luglio ha parlato di “incendio provocato probabilmente dai clan che vogliono lucrare su un’altra emergenza rifiuti”, riferendosi anche ai troppi episodi strani che hanno coinvolto queste tipo di aziende ultimamente.