Un gesto che ha lasciato sbigottiti figli, parenti ed amici, un’azione che fa riflettere sulle condizioni psicologiche che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle. Una donna con due figli ed un marito, un’attività commerciale a cui badare. Una vita semplice, ma soddisfacente. La sua vita cambia, quando all’improvviso suo marito perde la vita. Si ritrova da sola, cercando di affrontare il dolore del lutto e al tempo stesso di trovare la forza per accudire i figli. Il 19 marzo, la Festa del Papà (alle 4.00 di notte), decide di chiudere per sempre con il mondo. Si lancia nel vuoto, ma la vita le risparmia una tagica fine. Adesso combatte per restare tra i vivi.
I segnali di una depressione erano evidenti…
Il motivo di un gesto del genere è da associare alla profonda depressione che la donna soffriva in seguito alla morte del consorte. “La vidi un mese fa, per caso sotto casa sua, non ci conoscevamo bene, i nostri figli frequentavano la stessa scuola, ma lei aveva necessità di parlarmi della morte del marito – così ci racconta una sua conoscente, che ha voluto darci delle info a riguardo – Era disperata. Ogni cosa che raccontava le provocava una tristezza infinita e ogni tanto le venivano fuori delle lacrime che non riusciva a fermare. Capì subito che stava soffrendo più di quanto raccontasse. Si scusò con me, per avermi fatto “una testa enorme” di chiacchiere, la rassicurai dicendole che poteva contare su di me. Direi che i segnali c’erano tutti di una depressione manifesta, ma quando ho letto dal vostro giornale la notizia, sono rimasta senza parole”.
Il mancato aiuto
Questa donna aveva la necessità di essere ascoltata, di esprimere il suo dolore, liberandosene per un po’. Probabilmente qualcuno non lo avrà fatto con cura, aveva bisogno di essere seguita da un terapeuta, ma magari non poteva permetterselo. Quanti motivi si possono ipotizzare per un gesto così assurdo. Chissà se avesse incontrato altre persone che l’avrebbero regalato un po’ del loro tempo, magari ieri notte non avrebbe avuto il raptus di un suicidio.
Viviamo in un paese dove anche l‘assistenza psichiatrica prevede un iter burocratico lunghissimo e spesso le vittime hanno paura di chiedere aiuto, non essendo minimamente motivate a farlo. Sarebbe opportuno un centralino di ascolto, un numero verde da offrire a tutte le persone che vivono profondi sensi di smarrimento. Ogni persona sarebbe indirizzata dal prendere informazioni adeguate per la propria condizione. L’assistenza socio-sanitaria è un diritto. Ribadiamo che la solidarietà umana è molto più efficace in alcuni casi.
Caivano, Centro Famiglia
A Caivano, abbiamo il servizio Centro Famiglia che interviene, in una logica di rete e di potenziamento dei servizi
esistenti (sistema dell’istruzione e della formazione, servizi sanitari e socio-assitenziali), in maniera specifica
sui genitori per prevenire e contrastare il disagio e le difficoltà connesse al loro ruolo educativo.
Una madre rimasta vedova, potrebbe usufruirne. Ma il più delle volte queste informazioni non passano. Quante disgrazie potrebbero essere evitate, se solo ci fosse maggiore apertura tra le persone? Il più delle volte, prevale la logica della vergogna e del senso di colpa. Una donna che compie un gesto simile non ha più speranze. Facciamo parte di una società civile e il nostro impegno come cittadini attivi consiste anche nel mutuo soccorso.
Noi della redazione de “Il Giornale di Caivano” ci auspichiamo che questa donna possa vincere la sua battaglia, sperando che nel suo cammino possa incontrare altre persone gentili, capaci di ascoltarla.