di FRANCESCO CELIENTO
ACERRA – In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, il Comune di Acerra ha organizzato presso il parco urbano pubblico una mostra-convegno intitolata “I panni degli altri” in cui hanno relazionato docenti, politici, ex magistrati e addetti ai lavori. Dopo i saluti della professoressa Rosanna Correra, moderatrice dell’evento, c’è stato l’intervento del sindaco Raffele Lettieri, il quale ha paragonato l’uomo che violenta una donna ad un animale, anzi peggio, perché generalmente gli animali non aggrediscono le loro femmine, e ha ricordato che le donne, soprattutto quelle disoccupate o con scarso reddito, sono tra le vittime più frequenti.
Per l’amministrazione è intervenuta anche l’assessore alla legalità Geraldina Martino, secondo cui la violenza di genere non è solo fisica ma anche psicologica. I curatori della mostra fotografica “T-Urban Tutte regine”, che si è tenuta nella stessa sala conferenze e che ritraeva donne italiane col turbante, hanno spiegato – attraverso l’ideatrice Ortenzia Di Francesco – che prima di ritrarre queste studentesse, si sono recate al quartiere Esquilino di Roma per incontrare e conoscere le donne islamiche. Ha collaborato il professor Giulio Festa, che ha sottolineato che questa mostra solo a Caserta ha fatto 25mila visitatori.
Poi è stata la volta degli alunni, rappresentanti di tutte le cinque scuole del territorio di Acerra, una quarantina in tutto, i quali hanno letto pensieri e frasi sul tema, scritte da grandi scrittori e scrittrici. Il dottor Giuseppe Gargano, dirigente delle politiche sociali del Comune, ha detto che la violenza fra gli uomini risale ai tempi dei fratelli Caino e Abele, spiegando che il Comune ha istituito un protocollo con la Procura di Nola, per poter immediatamente informare i servizi sociali quando avviene una qualsiasi forma di violenza sulle donne o sui minori.
Tra gli intervenuti anche il presidente dell’Associazione “Pari” Michele Castaldo, che si occupa proprio di violenza sulle donne, il quale ha affermato che queste ultime devono avere il coraggio di dire basta e cercare di essere indipendenti dall’uomo sia economicamente che psicologicamente. “L’antiviolenza è un concetto di libertà”, ha concluso Castaldo. Era presente anche il console nigeriano a Napoli, il quale ha voluto ricordare con un minuto di silenzio le ventisei donne del suo paese trovate morte al largo di Salerno mentre facevano il cosiddetto viaggio della speranza. “Erano anche tutte giovani e minorenni”, ha precisato il diplomatico.
Molto forte anche la testimonianza di una giovane ragazza nigeriana che è scappata dal suo paese per sfuggire alla legge islamica, ma è arrivata in Libia, dove ha trovato condizioni anche peggiori, prima di giungere finalmente in Italia, dove ha confessato di aver trovato un po’ di serenità. Infine, incalzati dalla presentatrice Correra che chiedeva se le norme legislative in Italia siano efficaci, è stata la volta di due ex magistrati con mezzo secolo di carriera alle spalle: il primo è Diego Marmo, che ha lavorato per ultimo come procuratore capo di Torre Annunziata. “Ormai sono alla terza età, chi fa bene il suo lavoro in magistratura passa un guaio, fra le norme e l’applicazione c’è un abisso, i femminicidi sono spesso annunciati da denunce e testimonianze ma le leggi sono insufficienti, anche le donne che lavorano sono spesso perseguitate, si dovrebbero isolare subito i partner violenti”, ha aggiunto. Inoltre, per l’ex magistrato, la violenza sulle donne esiste anche nella borghesia, ma qui è più mascherate difficile da rilevare.
Per ultimo l’intervento dell’ex procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore. “Viviamo in un mondo dove si usa troppa violenza su donne e bambini, però anche se la legislazione in materia esiste – ha spiegato – spesso noi magistrati ci siamo trovati di fronte a situazioni enigmatiche quando la denuncia viene poi ritrattata: se andiamo avanti a perseguitare il violentatore rischiamo di rovinare una famiglia, se ci fermiamo c’è sempre il rischio del ripetersi di atti violenti e quindi siamo comunque criticabili… C’è bisogno – suggerisce Lepore – come già si fa in altre regioni, di centri d’ascolto in ospedali, perché le donne in questi contesti si aprono di più rispetto ad un ufficio delegato alle indagini”. Lepore ha sottolineato che la violenza sulle donne avviene anche perché ormai l’uomo si sente inferiore al gentil sesso che ha conquistato sempre più potere nel mondo.