Casoria rinunzia …… al cartellone estivo.
di Michele Mitraglia
Allora chiarisco: definitivamente. E’ una mia invenzione, desidero brevettarla, etichettarla. A dire il vero l’ho copiata, affascinata da quella grande realtà che è la comunità basca ed il loro Atletico Bilbao. Amo San Mames e quella Idea, tutta basca e solo basca. Come esiste da quelle parti il rispetto per la mano d’opera locale, così nel calcio ispirandomi ai baschi non si può evitare di considerare “il piede d’opera locale”. Per carità, non il sollevamento di nuove frontiere, ma il rispetto.
L’esplosione razzista lì dove il reddito è alto è da condannare e da liquidare, ma che Napoli e tutta la sua provincia ancora così asfissiata dai bisogni e di altri non cerchi di fare un po’ di spazio ai suoi ragazzi, anche nel calcio, è imperdonabile errore. Passabile di pena e altro. Per fortuna se al “piede d’opera locale” non badano i dirigenti, in tutte altre faccende affaccendate, ci pensino i tecnici. Maurizio Sarri, accortosi che nella sua squadra titolare, parla il dialetto napoletano solo il frattese Insigne, lo ha talmente valorizzato che stanno arrivando per Lorenzo offerte dai club più importanti al mondo (Tottenham, Bayern e Barcellona, poi PSG, Atletico Madrid ed, ultimo, il West Ham. La squadra londinese cerca il colpo ad effetto per festeggiare al meglio il suo nuovo Stadio.). La nostra invocazione è : prendete giocatori di Napoli. Napoletani in A e B ce ne sono tantissimi ed anche all’estero: Criscito, Immobile, Mandragora, Donnarumma, Mirante, Borriello e tanti altri.
Mi lamento della mancanza di sensibilità mostrata da quanti non hanno messo in risalto questa interessante ripresa della scuola napoletana, per un certo periodo apparsa come la migliore del Sud.
Si attende che tutto il calcio meridionale sposi il “piede d’opera locale” e cioè i beneventani e gli avellinesi, con il ritorno dei nocerini e dei torresi così straniti da aver dimenticato che per anni hanno giocato meglio degli altri.
Non mi va di raccontare la storia, quella di Mimì De Nicola, Carlo Di Nanni e Mario Argento, veniamo ad oggi.
Con l’apertura dello Stadio, avvenuta l’8 novembre, con il taglio del nastro, effettuato dalla Commissione Prefettizia, Casoria è nel calcio, come è giusto che fosse per una Città che fa più abitanti di Caserta e che ha tanto orgoglio da aver allestito perfino un Centro Polifunzionale per lo Sport. Il PalaCasoria è chiuso. Sarebbe meraviglioso, invece, se fosse utilizzato dalle migliori realtà napoletane, sia nel campo cestistico, volley e pallanuoto (per la completezza dell’informazione va detto che la Piscina è aperta, funziona: passata e non certo senza polemiche dalla Delphinia all’Alba Oriens).
Un leggero sguardo all’indietro: Pasquale Fuccio sedutosi sulla poltrona di Sindaco ricordi gli sperperi fatti per le manifestazioni religiose e quelle ricreative ad esse collegate. Ha rinunciato, infatti, al cartellone estivo, concedendo solo il patrocinio morale allo spettacolo di La 5 e del maestro Sorrentino “Tra Sogno e Realtà” svoltosi nel parcheggio dell’Hotel Business sulla Sannitica e alla 4 giorni di spettacoli musicali organizzata dall’Agenzia “Noi, Voi e lo Spettacolo” di Aniello Ferrara ed Alfonso Gemito in Villa Comunale.
Pasquale Fuccio e Fabio Esposito ed anche tutta la Giunta Municipale ricordino, rimanendo solo allo sport, in che condizione è Casoria: Stadio, Palazzetto, palestre scolastiche, aree all’aperto, Dambruss e strutture private.
Buone Vacanze a tutti: ricordando che i portali di informazione si possono leggere anche da lontano: Agrigento, Palinuro, Castel di Sangro, Alfedena, Salerno, Nola ed anche dall’estero.
Alla prossima.