CAIVANO – Finisce quasi in lite l’incontro tenuto nella parrocchia San Paolo del Parco Verde fra il commissario antiroghi, il prefetto Donato Cafagna, e alcuni rappresentanti del coordinamento Comitato Fuochi. Ovviamente all’incontro era presente anche don Maurizio, oltre agli attivisti Marzia Caccioppoli, Lucia De Cicco, Luigi Costanzo, Enzo Tosti, Stefano Di Foggia, Chiara Bellisario e molti parrocchiani e cittadini, ormai stanchi di questi roghi, che dalla settimana scorsa hanno infestato tutta l’area a nord di Napoli. Il prefetto Cafagna si è presentato con alcuni militari, soldati che sono in numero molto inferiore da quelli promessi dal Governo: dovevano essere mille, poi si scese ad ottocento, adesso scopriamo che sono appena duecento quelli impiegati nella lotta ai roghi. Considerati ferie e turni e la vastità della Terra dei Fuochi, che va da Castel Volturno a Casal di Principe, arriva quasi a Caserta città per scendere nelle zone di Caivano e Casoria, praticamente sono pochissimi.
All’incontro è giunto anche il neosindaco di Frattaminore Bencivenga, cui recentemente Padre Maurizio Patriciello ha scritto un appello perchè nella città dove vive non si può respirare la notte causa i secolari miasmi, così come a Caivano, d’altronde. Qualcuno ha sottolineato anche che il primo cittadino di Caivano Simone Monopoli promise all’inizio del suo mandato di far ricorso ai droni, che in realtà non si sono mai visti, anche se i poteri di un sindaco c’entrano poco in questa vicenda, visto che ci dovrebbe essere una forte spinta politica dall’alto – una sorta di piano Marshall, lo definimmo – per bonificare, ma soprattutto per controllare e quindi prevenire.
Il prefetto Cafagna ha denunciato che la videosorveglianza non è mai decollata e molti Comuni sono ancora in fase di progettazione, nonostante la Regione da tempo abbia erogato anche i fondi per prevenire incendi e scarichi di materiale tossico. La lite è scoppiata quando il Prefetto ha chiamato in causa la responsabilità dei cittadini, chiedendo la loro collaborazione. Qualche attivista si è risentito spiegando che non è possibile intervenire da semplici cittadini senza strumenti e autorità per farlo, magari rischiando anche di trovarsi in situazioni, oltretutto, pericolose, ne tantomeno istituire ronde.
Qualcuno ironicamente ha esclamato: “andiamo sui siti e spariamo agli inquinatori con pistole ad acqua…”. Don Maurizio nel suo intervento ha raccontato il triste caso di un bambino di appena tre mesi, residente ad Orta di Atella, che si è già ammalato di cancro, precisando che in queste notti, oltre ai roghi, c’è anche una puzza nauseabonda. Il prete ha denunciato anche le erbacce e i rifiuti che ci sono all’uscita del Parco Verde, che spesso possono provocare incidenti per le auto costrette a mettersi al centro della carreggiata, cosa di cui abbiamo scritto recentemente (https://www.ilgiornaledicaivano.it/2016/07/23/uscita-parco-verde-pericolo-le-erbacce-alte-invadono-le-carreggiate/).
Siamo sempre al solito punto: i cittadini chiedono il minimo, poter respirare aria pulita, ma da quattro anni a questa parte, ovvero da quando è cominciata la triste storia della Terra dei Fuochi, la situazione non è mai cambiata, anche se i roghi sono visibilmente diminuiti di numero.