SANT’ARPINO – Fari puntati sulla cultura.“Nessuno è nato libero”. E’ il titolo del libro dell’avvocata casertana Adriana Dell’Amico, che, dopo il grande successo delle precedenti presentazioni, sarà proposto domani, domenica 29 maggio, (ore 10,30), presso il palazzo Ducale “Sanchez de Luna” di Sant’Arpino. All’happening culturale, organizzato nell’ambito della VI Rassegna Letteraria “Sulle orme del Cantor d’ Enea”, oltre alla stessa autrice Dell’Amico, parteciperanno, tra gli altri, Aldo Pezzella (presidente della Pro Loco), Salvatore Brasiello (assessore alla cultura), la professoressa Teresa Del Prete dell’Istituto degli Studi Atellani ed Ernesto Mattia, responsabile del settore cultura del Comune di Lusciano. Durante la manifestazione ci sarà la lettura di alcuni passi del libro a cura di Pio Del Prete ed uno spazio musicale del musicista-attore Gianni Aversano.
Il volume della scrittrice-avvocata Dell’Amico punta l’attenzione sulla figura di un parroco, don Nicola, che attraverso il suo cinquantennale sacerdozio percorre il suo ultimo anno di vita nella cura spirituale dei suoi parrocchiani. Tra le varie vicissitudini, che quotidianamente è costretto a vivere, il prelato cerca di dare una risposta al tema fondamentale dell’essere umano, ovvero al significato dell’amore. E spesso, durante gli ultimi mesi, don Nicola si domanda se l’uomo possa essere veramente libero o se è immerso nella categoria filosofica della necessità, da cui non può svincolarsi. Dell’Amico affronta così temi spinosi che dal cinquecento in poi hanno diviso gli intellettuali di area mitteleuropea, dove la libertà veniva subordinata alla necessità, da quelli strettamente cattolici, dove il libero arbitrio rappresentava una tappa fondamentale per operare il bene sulla terra.
Dunque, l’autrice è conscia di barcamenarsi tra un’ etica protestante di tipo borghese e un cattolicesimo rinascimentale e post-conciliare. Ma è proprio quella vita quotidiana che farà riflettere profondamente il nostro protagonista, fino a fargli ritenere che l’amore è degli angeli e noi uomini possiamo solo imitare quell’ombra platonica dell’amore divino, proiettato sul fondo della caverna in cui siamo rinchiusi.