Riceviamo questa lettera da un genitore caivanese, con una figlia affetta da una grave malattia e rimasto senza lavoro già da diverso tempo, attende soluzioni e si dà da fare per poter andare avanti, le istituzioni per adesso non danno garanzie e ci scrive per farci conoscere la propria difficoltà nella speranza che qualcuno possa aiutarlo dal punto di vista lavorativo.
Ringrazio Dio per tutto quello che ho: Serena è la cosa più bella che il Signore ci ha donato! Ma ora mi serve un lavoro per poter vivere!
A volte può succedere che la malattia soprattutto quella grave, quella che non ha soluzioni, metta in crisi e porti con se interrogativi che scavano in profondità. Il primo istinto può essere quello della ribellione, perché a me è capitato! Ci si può sentire disperati, abbandonati, che tutto è perduto che niente ha più senso, ma ecco che in questi momenti subentra qualcosa di più grande , qualcosa che ci avvicina ad una potenzialità positiva, non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore o le domande che ne derivano, ma perché offre una chiave con cui possiamo vedere diversamente le cose, è la malattia che ci ha fatto arrivare ad avere un rapporto di stretta vicinanza con il Signore , che magari prima non avevamo ed è lei che cammina accanto a noi. Anche se la sua malattia la mortifica, la limita nei movimenti, perché questa è la Distrofia Muscolare tipo Becker (DMB ) , una malattia che ho definito scostumata senza educazione, che non ti avverte quando viene a trovarti, ma che fino ad oggi fa la visita di cortesia e se ne va dandoti appuntamento alla prossima volta…, è che lei stessa paradossalmente rappresenti una vera medicina per chi come noi dobbiamo conviverci per forza, senza la possibilità di avere alternative, perché è così più lei è aggressiva e cattiva più noi la combattiamo con forza!!!
La malattia non porta via le emozioni, i sentimenti, la possibilità di capire che la persona vale molto di più del fare, la sofferenza ci ha reso più forti, il non volersi arrendere è diventato un valore aggiunto nel nostro percorso di vita; perché la vita è bella e degna di essere vissuta in ogni sua forma, già questo fino al dicembre 2013 , quando sono incominciati i nostri problemi, fino a quel momento non ci potevamo rimproverare di niente e neanche la malattia ci faceva paura; dall’oggi al domani mi sono trovato senza lavoro e a capire piano piano che a 43 anni il mondo può anche finire, insomma sta’ diventando un problema anche portarla al centro “Antares” di Caserta per fare le terapie.
Ho cercato di parlare col sindaco, ho parlato con l’assistente sociale del Comune, con la responsabile dei lavori socialmente utili, insomma ricevere delle risposte che sono sinonimo di una indifferenza che fa paura, come se fossimo dei marziani sbarcati sulla terra, a chiedere che cosa?
Insomma, solo domande su domande e nella migliore delle risposte:”vi faremo sapere, non vi preoccupate, al più presto vedremo, i tempi sono maturi, mi invii il suo curriculum, ed è li che incominci a domandarti: ma non bastava già la malattia? Francamente mi sono domandato, ma cosa posso fare per cercare di scuotere la coscienza di qualche brava persona che in qualche modo comprenda il problema e mi dia la possibilità di tornare a fare quello che ho sempre fatto: tornare a lavorare e a pensare a fare qualcosa in più, ogni giorno qualche cosa in più per Serena. Allora sono arrivato a questa conclusione !!!
Tutto questo per arrivare dove? Arrivare a non dovermi rimproverare un giorno che lo potevo fare e che per mentalità non l’ho fatto. Speriamo che il tutto venga preso nella giusta considerazione da qualche anima buona che ci possa aiutare in qualche modo ad inseguire un sogno ed a non arrenderci!!!
Abramo Zampella – tel. 333.8007822 – 334.3839902