CAIVANO – Caivano, la nostra città da 50 anni è in mano ai pescecani, ogni campagna elettorale è spesa nel nome del cambiamento e, puntualmente, sempre allo stesso modo, i cittadini caivanesi rimangono delusi da una manica di opportunisti che studia a tavolino come intascarsi soldi pubblici attraverso la spartizione di appalti tramite assegnazioni di poltrone e poltroncine.
Con l’attuale amministrazione la situazione non sembra tanto diversa dagli anni passati, salvo qualche individuo che preso singolarmente davvero può sembrare una brava persona come lo è certamente il nostro sindaco Monopoli che all’inizio della sua investitura di primo cittadino covava tutte le buone intenzioni di cambiamento senza fare i conti con la sua coalizione fatta da “portavoti” e opportunisti che da lì a poco avrebbero presentato il conto al buon sindaco ed è così che è andata, dopo appena tre mesi dall’insediamento, il sindaco si è visto notificare una lettera di alcuni eletti del suo partito che chiedevano “dazio”, ovvero riconoscimenti in ruoli e incarichi in cambio dei voti presi e portati in lista, come se le qualità di un assessore o di un presidente di commissione si misurassero dal consenso guadagnato, lecitamente o illecitamente, in fase di elezioni. All’epoca la causale degli scriventi fu la poca trasparenza nell’assegnazione di appalti pubblici, affermazione che poi gli è costata l’indagine della commissione parlamentare antimafia, ora a meno che il pensiero di questi consiglieri non era: “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, dobbiamo asserire che è stata davvero una mossa politicamente scorretta oltre che poco intelligente, per il semplice fatto che 1. La cittadinanza non si sarebbe mai bevuta motivazione più assurda e sarebbe saltato subito agli occhi l’opportunismo degli scriventi; 2. Tutti a Caivano hanno interpretato quella lettera come un ricatto sottoposto al sindaco, della serie: “O fai come ti diciamo o resti da solo”. Un po’ come succedeva tra i banchi di scuola quando il primo della classe non voleva passare il compito e arrivava il “bulletto” di turno che coalizzava e capitanava i “ciucci” minacciando e percuotendo lo studente modello di turno.
Mentre Caivano affoga nei suoi annosi problemi, i cittadini stanno assistendo al teatrino dei cambi di potere e alle dimissioni volontarie che secondo noi, tanto volontarie non sono e su questo pure bisognerebbe indagare e la cosa che salta subito agli occhi è che il nostro buon Monopoli, pur di arroccarsi alla poltrona e non ammettere di aver sbagliato tutto, abbia ceduto al ricatto di cui sopra e da primo della classe sia diventato il sottomesso del “bulletto” di turno. Il salvatore della patria che doveva portare il nuovo a Caivano sta cominciando a capire che, se non si sta dalla parte “giusta” si resta da soli. Accettare i voti da qualsiasi parte essi arrivino non serve al cambiamento, anzi, il vero cambiamento è mandare a casa la vecchia classe politica e, di conseguenza, mandare a casa se stesso, visto che si è fatto accordi con chi stagna da decenni su quelle poltrone. La regalia offerta ai soliti noti non favorisce una politica basata sul voto di scambio. Il salvatore ora pensa a salvarsi.
In poco tempo, poco più di sette mesi dall’insediamento, si sono rivelati tutti per quello che realmente sono e la cosa deprimente è che non fanno nulla neanche per nasconderlo, sindaco, assessori e consiglieri ma fortunatamente i cittadini caivanesi non sono stupidi e capiscono facilmente che l’attuale amministrazione col suo gioco di scaricare le colpe sulle precedenti amministrazioni, col suo autocelebrarsi come innovazione e cambiamento è fallita o forse non è mai esistita. Dietro lo slogan #tuttunaltrastoria si nasconde una politica fatta di clientelismo e sopraffazione di voti di scambio, di sporche promesse mai mantenute, di sete di potere ma soprattutto di elementi incompetenti e sprovveduti.
Una politica del genere è viziata dalla nascita, non sarebbe mai in grado di salvaguardare il bene della collettività perché troppo impegnata a curare i propri interessi.
Alla luce di tutto ciò alcune considerazioni vanno fatte: se a meno di 8 mesi di governo si è dovuto già assistere a diversi “rimpasti”, accellerando la cosiddetta “fase 2”,cosa potrà mai accadere da qui a fine mandato? Perché le persone scelte con tanta attenzione dal sindaco non riescono neanche ad arrivare ad 1 anno di mandato? La tanta pubblicizzata “tutta un’altra storia ” sembra trasformarsi sempre più nella stessa storia di sempre, le logiche di voto di scambio e grandi coalizioni riportano con la memoria al peggior periodo della nostra storia quella delle grandi coalizioni di Bossi Berlusconi Fini. E mentre la vecchia politica delle poltrone continua a tessere la sua tela fatta di scambi, inciuci,rimpasti, il rapporto pubblicato da Trasparency International vede l Italia 69 esima (penultima), indicata come il paese con il più alto tasso di corruzione nell’amministrazione pubblica.
Il partito di appartenenza del sindaco chiede, chiede e chiede ancora, il conto per i voti portati, affinché questa amministrazione prendesse il potere. Si potere, quella parolina magica che alcuni politicanti di mestiere amano. Amano la poltrona, amano il potere, amano avere la classe dei cittadini ad implorare “o’ piacer” come se manco fossero il padre eterno. Hanno da sempre raggirato il cittadino, eppure c’è una frase che spesso si legge e che recita: la politica deve essere al servizio dei cittadini, e non servirsi di loro.
La realtà dei fatti è altra. Con questa giunta, ci troviamo ad un secondo rimpasto, si parla di fase 1 e fase 2ma sembrano tanto battute di film di 4 ordine, ad oggi la consapevolezza che ci ritroviamo a rivedere di nuovo le stesse scene di film visti e rivisti per più di 40 anni, i “portavoti” che cercano favorio quantomeno vogliono ciò che per scambio di voti gli è dovutoe il sindaco che pur di arrivare al proprio scopoha venduto l’ anima al diavolo e adesso non sa che pesci pigliare, bisogna svegliarsi dall’ incubo che ci pervade da anni. Non esistono opposizioni valide, in quanto destra o sinistra sono facce della stessa medaglia, l’importante è la spartizione degli interessie se la spartizione non avviene, ecco che si inizia a pretendere, è il momento di aprire gli occhi, non è mai troppo tardi per dire BASTA.
L’opposizione, dal canto suo non ha mai fatto nulla per cui essere degnamente definita OPPPOSIZIONE a dimostrazione di come questa situazione di stallo fa comodo prima a loro e non solo, l’attuale opposizione spera in un rimpasto troppo azzardato che finisca per far cadere il governo a Caivano per poi non perdere tempo ad alternarsi al comando usando gli stessi mezzi come si è sempre fatto negli ultimi decenni.
La vera opposizione a Caivano che propone e denuncia è solo il MOVIMENTO CAIVANO che attraverso il suo lavoro di informazione continua a sperare in quella rivoluzione culturale che deve avvenire per far sì che ogni individuo, chiuso da solo in quell’urna voti secondo la propria coscienza, nel frattempo acquisita, e no secondo i propri interessi di circostanza.