di FRANCESCO CELIENTO
CAIVANO – E’ protesta alla “Cilea-Mameli” via Caputo per il caro mensa. Ieri mattina 5 ottobre una delegazione di mamme ha ritirato prima i loro bambini. Purtroppo, molte di loro non possono pagare il ticket mensa (che varia da 25 a 54 euro, a seconda delle fasce di reddito e può arrivare fino a 75 euro mensili per chi non presenta l’Isee) e nemmeno dare la merenda ai loro figli per mangiarla a scuola.
Alcuni genitori sono costretti, perciò, a chiedere un permesso per portare a casa o almeno fuori la scuola, nell’orario del pranzo, i loro figli per farli mangiare. Una situazione, che ovviamente non può durare a lungo.
“Con questo metodo – dice una signora – si formano bambini di serie A e bambini di serie B. Purtroppo, le famiglie monoreddito, che spesso hanno due o più figli a carico, non possono permettersi di pagare la refezione a tutti. Inoltre, la qualità deve essere migliorata ed i pasti più vari in quanto è fondamentale l’alimentazione per queste fasce d’età adolescenziali”. I genitori infuriati hanno anche raccolto delle firme che saranno consegnate al primo cittadino Simone Monopoli (vedi petizione foto sopra).
Sul posto, a sostenere la protesta, due consiglieri comunali di opposizione, Francesco Emione (Liberi Cittadini) e Antonio Angelino (Noi per Caivano), i quali hanno chiesto al sindaco Monopoli di aumentare almeno le esenzioni mensa vista la povertà dilagante a Caivano e diminuire le tariffe. I prezzi furono decisi un anno fa dal commissario Contarino e confermati dall’attuale giunta.
La gara d’appalto per la refezione scolastica non è stata mai svolta nonostante la somma imponente di 400mila euro perché il funzionario del Comune, Vito Coppola, croce e delizia del sindaco Monopoli, ha concesso una proroga alla stessa ditta che da vent’anni fornisce i pasti agli alunni caivanesi. Evidentemente, nessuno si è ricordato che anche a Caivano, come da 50 anni a questa parte, la scuola inizia a settembre…
Comunque, la giunta Monopoli ha stabilito ben 150 esenzioni, ovvero qualcosa in più della giunta Falco, sostenuta anche da Emione e dal partito di riferimento di Antonio Angelino (Pd).
La preside Rosalba Peluso, solidale ovviamente con le mamme i cui figli non possono mangiare a scuola, ha dichiarato che lei non può intervenire in quanto le tariffe della mensa sono decise dal Comune e purtroppo una legge nazionale impedisce di far mangiare a scuola i bambini con il cibo, che si portano dietro da casa.