Scontro tra Unilever ed Enel sul terreno di Caivano, grande agglomerato industriale in provincia di Napoli. La multinazionale, che nel Napoletano ha lo stabilimento più grande del mondo per la produzione del gelato Algida, denuncia «innumerevoli e continue interruzioni del servizio di energia elettrica che provocano considerevoli danni economici» e valuta anche di lasciare Napoli e delocalizzare altrove. Il direttore dello stabilimento campano, Paolo Di Giovanni, quantifica «circa 300mila euro di danni per le interruzioni del 2015 fino a luglio». Dopo il black out del 29 luglio scorso – proprio mentre il caldo eccessivo solleciterebbe una produzione abnorme di gelati – Di Giovanni mette nero su bianco la propria protesta che invia a Enel e Confindutria Napoli.
La società dell’energia elettrica, da parte sua, risponde per iscritto a stretto giro: «Sono state registrate solo 3 interruzioni lunghe. Risulta pertanto evidente che la qualità del servizio erogato è ben al di sopra degli standard previsti dall’Autorità per l’energia elettrica per i clienti di media tensione appartenenti al medesimo ambito territoriale».
«Siamo in un’area con gravi problemi infrastrutturali – denuncia esasperato Di Giovanni – depurazione delle acque, viabilità, sicurezza. Se aggiungiamo le interruzioni di energia che nelle ultime settimane sono diventate anche lunghe non riusciamo più a essere competitivi. La nostra è una multinazionale presente nel mondo e con altri tre stabilimenti in Italia. In nessuno degli impianti italiani si registra un servizio tanto deficitario». E aggiunge: «Il rischio di una delocalizzazione è molto reale». Di Giovanni precisa: «Da inizio anno a fine giugno abbiamo avvertito circa 30 micro interruzioni. Sebbene brevissime causano il fermo degli impianti che ogni volta comporta una procedura di riavvio di almeno 30 minuti. Tali buchi di tensione non vengono conteggiati da Enel.
Vera Viola – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/HMWzYR