CAIVANO – Non ha cercato di scansarsi dal fuoco di fila delle domande di don Maurizio e degli attivisti del Comitato Fuochi, il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, giunta ieri sera 7 luglio per la seconda volta in pochi mesi presso la parrocchia del Parco Verde per partecipare ad un convegno sull’enciclica papale “Laudato Si”, molto attuale in questo momento specialmente nella martoriata Terra dei Fuochi (l’altro ieri mattina, 6 luglio, si sono svolti i funerali di un ragazzo 16enne di Caivano morto per leucemia, ndr).
“E’ toccante parlare qui, mi sento responsabile di quello che è stato fatto finora, ovvero nell’ultimo anno da quando siedo al dicastero, e del degrado che c’è in alcune aree del paese – ha affermato Galletti -, perché deve finire la politica del dire: la colpa è di quello che stava prima di me. In un anno abbiamo approvato finalmente la legge sugli ecoreati, mappati i terreni, stanziati soldi per le bonifiche ed assicurato prodotti agricoli sicuri”.
Al convegno hanno partecipato don Maurizio Patriciello, il direttore del quotidiano “Avvenire” Marco Tarquinio, il quale ha moderato il dibattito, il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo. Fra il pubblico il neosindaco di Caivano Simone Monopoli con la fascia tricolore ben appuntata, il generale della Forestale Antonio Marciano, le mamme della Terra dei Fuochi, il capitano dei carabinieri di Casoria, capitano Pierangelo Iannica, il vicequestore di Afragola Sergio Di Mauro e, ovviamente, tanti giornalisti e decine di televisioni giunte da fuori.
Per Marco Tarquinio la gestione dei rifiuti tossici ed industriali è la grande sfida del nostro tempo, visto che se ne accumuleranno sempre di più. Anche Galletti ha sottolineato che si deve andare verso un’economia che produce meno rifiuti.
Tre minuti di applausi quando don Maurizio ha toccato il tasto dolente domandando a Galletti: signor ministro ci stiamo impressionando o stiamo noi pagando di più degli altri italiani il frutto dell’inquinamento?
Assenti i ragazzi di “Voce per Tutti”, molto polemici sulle visite dei politici in parrocchia, diventate secondo loro solo passerelle.