Caivano – Un orrore senza fine. Violentata dal padre, arrestato a dicembre. E addirittura, sembrerebbe, anche dalla stessa mamma, arrestata ieri pomeriggio dai carabinieri.
Vittima di questi genitori orchi quell’unica figlia, una ragazzina appena dodicenne, a vederla ancora una bambina. Tutto si consuma nel Parco Verde, il «parco degli orrori», e sempre nel famigerato isolato 3, dove sono morti il piccolo Antonio Giglio, 3 anni, precipitato dall’ottavo piano e sulla cui morte sospetta è ancora in corso l’indagine, e la povera Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni, violentata e poi uccisa, scaraventata nel vuoto sotto gli occhi «ciechi» di un intero rione, il 24 giugno 2014.
Una storia maledetta, fatta di sofferenze: Federico Bisceglia, bravissimo e coraggioso pm che aveva sollevato il coperchio dell’orrore di una rete di pedofili, indagando sull’omicidio di Fortuna, è morto il primo marzo in un incidente stradale. Quadro cupo e disgustoso quello delineato dalle indagini della Procura di Napoli Nord, coordinata dal procuratore Francesco Greco, che ha convinto il gip a disporre un’ordinanza di carcerazione per violenza sessuale aggravata dal vincolo familiare, notificata dai carabinieri di Casoria, con il capitano Pierangelo Iannicca, con il supporto dei militari della tenenza di Caivano, con il tenente Aldo Di Foggia. A incastrare la donna per pedofilia è stata un’intercettazione ambientale con la quale, e in modo inequivocabile, come ha sottolineato il gip nelle motivazioni per l’arresto della donna, è stato possibile registrare la violenza subita dalla ragazzina.
Risale a dicembre. Mamma e figlia erano sole in case: con il sottofondo esterno di canzoncine natalizie, in quella casa si consumava l’orrore delle attenzioni particolari di una mamma, che spegnevano per sempre l’innocenza di una ragazzina terrorizzata. Impietrita. Confusa. Spaventata. Incapace di capire che quelli non erano abbracci di una mamma, ma di un mostro con il sorriso gentile. Non finisce qui, a orrore si aggiunge orrore: pochi giorni dopo, le stesse cimici registrano un altro episodio. Stessa vittima, diverso l’orco: questa volta è il padre, poi sottoposto a fermo di polizia giudiziaria dagli stessi carabinieri che ieri hanno ammanettato la moglie.
Si tratta dello stesso uomo che aveva soccorso in fretta e furia Fortuna, ancora agonizzate sul selciato del cortile lato nord dell’isolato 3. E non si curò di aspettare la mamma della vittima, portando da solo la vittima in ospedale: mentre la piccola agonizzava per le gravissime lesioni della caduta da un’altezza di almeno 10 metri, l’orco sussurrò all’orecchio dei carabinieri cose orribili (poi dimostratesi false) sul conto di Domenica Guardato, la mamma di Fortuna. Poche ore dopo il suo arresto, nell’isolato 3, sempre più simile ad un girone infernale, si scatenò la rabbia dei familiari, tra i quali anche la stessa moglie. Al centro del mirino i giornalisti. Una troupe televisiva in procinto di effettuare una diretta dall’Isolato 3, fu costretta ad una fuga precipitosa, mentre con parole chiare ed inequivocabili i parenti dell’orco proclamavano a tutto il quartiere la totale innocenza ed estraneità a quello che era addebitato al loro congiunto.
(Marco Di Caterino – Il Mattino)
Scioglieteli nell’acido…
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Dovete solo vergognarvi
Fate schifooooooooooooo
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Scifus e merd mamm e padr
Non sono genitori solo animali
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